10 febbraio 2019 – Trentino
Mamme a casa, dubbi dei sindacati.
«Più che contributi, misure di conciliazione». Confesercenti: «Bene»
«Più che contributi per stare a casa, servono misure di conciliazione». Cgil, Cisl e Uil commentano così la decisione della giunta Fugatti di coprire i contributi previdenziali per i genitori che restano a casa ad occuparsi dei figli fino a 3 anni. «Si rischia di disincentivare il lavoro, in particolare quello femminile», dicono i segretari Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, «la competitività e produttività del nostro Paese passa anche dall’innalzamento della percentuale delle donne che lavorano.
Per questa ragione se a prima il provvedimento può sembrare una soluzione di buon senso, in pratica gli effetti possono risultare addirittura nefasti per chiunque decidesse di abbandonare il lavoro incentivato dai contributi previdenziali della Provincia. Rientrare nel mercato del lavoro dopo tre anni di pausa non è facile». Quello che serve secondo i sindacati è un investimento concreto sui servizi di conciliazione famiglia lavoro: «Puntare sui servizi educativi di qualità e sugli strumenti di conciliazione è la soluzione migliore per sostenere i progetti genitoriali delle giovani famiglie». In tal senso, per Cgil Cisl Uil sarebbe stato più coerente insistere sulla misura della gratuità dei nidi annunciata in campagna elettorale.
Plaude invece alla decisione la Confesercenti: «Finalmente una disposizione allargata anche a favore degli autonomi e liberi professionisti, una delle cose su cui da tempo abbiamo preso una posizione. Solo un primo passo, un segnale importante di attenzione verso i lavoratori autonomi. E su questa linea bisogna proseguire con ancora più convinzione», commenta il vicepresidente Mauro Paissan.
Scarica il pdf: Mamme ART 100219
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