l’Adige – 06 ottobre 2022

Manovra anticrisi della Provincia la parola a imprese e sindacati.In commissione è gelo con Cgil Cisl e Uil, soddisfatti gli imprenditori

Mette sul piatto delle imprese 5 milioni di euro nel 2022 e altrettanti nel 2023 per le imprese trentine: servono per abbattere gli interessi sui mutui cui le aziende fanno ricorso per affrontare il caro-bollette. È il disegno di legge “Misure straordinarie di sostegno per le famiglie e per le imprese” discusso e approvato ieri pomeriggio nella prima commissione permanente del consiglio provinciale, presieduta da Vanessa Masè. Ed è una legge che il sindacato trentino, con i segretari Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil), liquida in modo secco: «Con un disegno di legge meramente ordinamentale, generico e privo di impegni di spesa significativi, è come provare a tappare la falla di una diga con un dito». Di tutt’altro tenore il giudizio del Coordinamento imprenditori guidato dal presidente di Confcommercio, Giovanni Bort: «Si apprezza e si esprime un parere positivo sulle misure già adottate da parte della giunta provinciale a sostegno del reddito delle famiglie e della loro capacità di spesa». Il ddl è stato approvato con 4 voti a favore e 4 astensioni (Alex Marini, Ugo Rossi, Giorgio Tonini e Paolo Zanella).
La preoccupazione, tra imprese e sindacato, è condivisa: «È un momento difficilissimo, e per molte imprese e famiglie drammatico» annotano gli imprenditori «forse più complesso ed incerto anche di quello vissuto due anni fa con l’inizio della pandemia e durante le fasi più acute della stessa». Bort e colleghi ricordano che molte imprese «sono a rischio di chiusura» e le famiglie, non solo quelle meno abbienti, «subiscono gli effetti di gas, energia elettrica e inflazione, vedendo ridursi il reddito disponibile. E per molte famiglie, già in condizioni di difficoltà, un ulteriore rafforzamento delle loro condizioni di povertà». Per il sindacato, invece, «quello che si sta progressivamente materializzando è lo spettro di un periodo non breve di stagflazione, ossia di stagnazione economica e di forti dinamiche inflattive, che colpisce in particolare in particolare modo le attività economiche e i ceti sociali della classe media con redditi fissi. Sono questi ultimi» per Cgil, Cisl e Uil «a pagare il prezzo più altro del rallentamento dell’economia e dell’inflazione. Le aziende infatti possono scaricare sui prezzi e quindi sui clienti in tutto o in parte gli aumenti dei costi energetici, mentre le lavoratrici ed i lavoratori possono solo ridurre i consumi, strategia che però si tramuta in ulteriore rallentamento della crescita con conseguente riduzione dei redditi complessivi a causa di un aumento degli ammortizzatori sociali in costanza di lavoro (che tagliano le retribuzione anche del 50%) e della disoccupazione». Per gli imprenditori, l’intervento con i 5 milioni «dovrebbe consentire il cofinanziamento di risorse per oltre 330 milioni di euro». Per niente condiviso è però il giudizio sulle misure proposte dalla giunta provinciale: se le imprese strizzano l’occhio all’agire di Fugatti & C., i rapporti tra giunta e rappresentanti dei lavoratori sono arrivati ad un livello mai così basso, a differenza di quanto accade in Alto Adige. Comunque la si pensi, non un bel segnale in un momento da tutti considerato drammaticamente pericoloso. Grosselli, Bezzi e Alotti giudicano «inconsistente» il disegno di legge e le manovre previste dalla giunta Fugatti, sul fronte della crisi energetica «del tutto insufficienti ed il metodo adottato è sbagliato».
La Provincia, a sostegno delle famiglie, per il caro-bollette, ha speso circa 18-19 milioni, a sostegno di una parte dei 33 mila nuclei percettori di assegno unico. Poi, ci sono i 46 milioni “a pioggia”, per tutti i nuclei con un allacciamento elettrico sotto i 6 kW. I 180 euro di sconto in bolletta a fronte degli aumenti di oltre 700 euro annui, ribadisce il sindacato, sono «una misura iniqua ed inefficace». La richiesta a Fugatti: ripensarci, utilizzando la condizione economica e patrimoniale (Isee), «per modulare il sostegno a seconda delle reale capacità di spesa del nucleo». Roberto Pallanch, segretario del Coordinamento imprenditori, ha affermato che la scelta del fondo di 100 milioni fatta con l’assestamento di bilancio, così come il bonus dei 180 euro in bolletta, dimostra di essere buona. Quanto al metodo, il sindacato trentino rimanda a Bolzano, dove il presidente altoatesino Arno Kompatscher incontra imprenditori e sindacati per affrontare insieme l’emergenza in atto, mettendo in campo un pacchetto di 200 milioni di euro di interventi per ridurre il peso dei costi energetici, oltre i 26 milioni già stanziati con l’assestamento di bilancio. Cgil, Cisl e Uil hanno ieri proposto l’indicizzazione al costo della vita delle provvidenze del welfare provinciale e di adeguare la misura dell’intervento che integra la cassa integrazione, portando l’importo da 1-1,5 euro a 2-2,5 euro per ogni ora di cassa e la franchigia da due mesi a una settimana, per allargare la platea dei beneficiari. Occhio anche alla contrattazione: solo le aziende che applicano i contratto collettivi firmati da organizzazioni rappresentative, meritano i sussidi pubblici. Ma su questo, per il sindacato, c’è «una pervicace e insensata “disattenzione” della giunta Fugatti». Il sindacato chiede inoltre la convocazione del tavolo provinciale dell’economia e dell’occupazione. Andrea Basso, presidente Ance, ha chiesto, di fronte alla gare deserte, che la Provincia adegui il prezzario, come ha fatto Luca Zaia in Veneto, dove è stato aumentato del 35%. In risposta a Italo Monfredini, vicepresidente di Federcoop, l’assessore Achille Spinelli ha annunciato una novità: con un emendamento al ddl, la Provincia, per agevolare la continuità dell’attività socio-assistenziale o sanitaria, potrà concedere agevolazioni anche ai soggetti del terzo settore e del volontariato che stanno subendo i costi dell’energia. La legge contiene anche una norma per sbloccare gli interventi di Itea col Superbonus 110%: serve, ha spiegato il dirigente generale della Provincia, Paolo Nicoletti, a rassicurare Itea nella cessione del credito d’imposta e le società e gli enti strumentali che lo ricevono.
Nella sostanza, la Provincia si fa garante dell’operazione se emergessero problemi.

 

Scarica il pdf: ADIGE manovra ART 061022