16 aprile 2021 – l’Adige

Manovra anticrisi, il giorno della verità. Sindacati già in subbuglio: «Più risorse ai lavoratori»

Quando la coperta è corta, tocca provare a coprire almeno un po’ tutti. La coperta della manovra finanziaria della Provincia verrà stesa oggi, con l’approvazione in giunta provinciale e -subito prima -con la presentazione alle categorie economiche e alle parti sociali dei dettagli del provvedimento. Ma nell’attesa dell’ufficialità, le indiscrezioni già agitano gli animi, senza tuttavia scaldarli. I più preoccupati sono i sindacati: hanno paura che per i lavoratori non ci sia nemmeno un lembo del plaid.
Le cifre in campo. La manovra è chiamata a dare risposte alle due categorie di soggetti maggiormente colpiti dalla crisi post Covid: i lavoratori rimasti a casa -perché licenziati, o perché stagionali, in un anno in cui stagioni turistiche non se ne sono ancora viste -e le aziende. E su questo secondo fronte molti settori sono stati colpiti, ma chi più si aspetta risposte sono gli imprenditori del terziario, tra tutti il mondo del turismo, del commercio al dettaglio e della ristorazione. Quanto al plafond, la giunta Fugatti ha sempre parlato di una forbice tra 200 e 265 milioni di euro. Ovvio che tutto dipende dalle cifre, e da come sono divise tra i differenti bisogni.
I lavoratori e l’amarezza dei sindacati. A pagare un prezzo altissimo, in questa crisi, sono certamente i lavoratori licenziati, a cui si sono aggiunti gli stagionali a casa dallo scorso settembre. Ancora giorni fa i sindacati, oltre a chiedere risorse adeguate, invitavano la Provincia ad un confronto. «Abbiamo scritto a tutti, nessuno ci ha risposto. Solo il presidente di Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone. Per questo siamo andati da lui». Ieri in effetti si è tenuto un confronti, nel quale i sindacati hanno potuto presentare le loro proposte. Servono, a loro parere, almeno 15 milioni di euro da destinare al fondo di solidarietà per allungare la Naspi dei lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, del commercio e della ristorazione. Non solo. I sindacati chiedono altri 7 milioni per il sostegno al reddito dei cassa integrati; 3 milioni come incentivi alle imprese per la conservazione dei posti di lavoro attraverso i contratti di solidarietà (in vista di giugno, quando cadrà il divieto di licenziamento nell’industria); 2 milioni per finanziare le staffette generazionali; risorse pari a 13 milioni (quelli dell’Assegno unico non spesi finora) anche desinandoli ad Agenzia del Lavoro; il varo di un piano straordinario di formazione continua. Richieste -osservano -che avrebbero volentieri presentato alla giunta Fugatti, se li avesse ricevuti.
L’amarezza, in Cgil Cisl e Uil, sembra andare di pari passo con la preoccupazione: le indiscrezioni sulla manovra dicono che sul capitolo lavoro saranno stanziati 15 milioni. Troppo poco: «Se la cifra dovesse essere confermata, 15 milioni rischiano di essere una somma insufficiente -osservano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -Si tratta di un primo passo, seppur parziale, nella direzione da noi auspicata: sono mesi che chiediamo di mettere nelle tasche dei lavoratori colpiti dalla crisi più risorse per sostenere le famiglie, attutire l’emergenza sociale in atto e rilanciare i consumi. In 13 mesi di pandemia la giunta Fugatti ha speso per i lavoratori solo poco più di 10 milioni di euro, lo 0,05% del Pil provinciale». In vista di oggi, i sindacati mettono le mani avanti: «Al momento c’è solo l’assegno unico, da 13 milioni di euro, ma solo sulla carta. I criteri imposti dalla Provincia sono eccessivamente restrittivi e sono poche le persone che ne hanno fatto richiesta». Ma quelle risorse, osservano, devono restare destinate alle famiglie: «Non ci stiamo al gioco delle tre carte: gli eventuali stanziamenti sull’ormai prossimo disegno di legge provinciale anticrisi dovranno essere aggiuntivi e devono riguardare lavoro, famiglie e casa,
soprattutto per chi è in difficoltà nel pagamento delle locazioni».
Le aspettative delle imprese. Loro alla Provincia le richieste le hanno fatte, rappresentando una situazione di grande difficoltà: solo la proiezione Confesercenti parla di un crollo medio del fatturato del 67%, con punte (nell’alberghiero e nella ristorazione) del 90%. Sperano in interventi sul fronte fiscale e sperano nei ristori. Molti di loro a quello si devono aggrappare per stare in piedi. Già le indiscrezioni parlano di provvedimenti in questo senso, con ristori che prendono in considerazione il calo di fatturato tra novembre 2019 e marzo 2021, rispetto allo stesso periodo del 2018. Ma pure qui, vista l’entità delle attese, a fare la differenza sono le cifre. Quanti soldi sono destinati a quali misure. E si torna sempre lì: quanto è larga la coperta. Tutti sperano sia ampia abbastanza, molti temono di restare al freddo. Oggi si capirà come andrà davvero.

 

Scarica il pdf: ADIGE manovra ART 160421