06 aprile 2021 – Corriere del Trentino

Manovra, sindacati critici «Il 10% delle risorse si destini ai lavoratori»

TRENTO Il giudizio più dettagliato arriverà quando i confini del provvedimento saranno più definiti. Ma le prime impressioni non sono positive: le linee portanti della manovra anti-crisi, anticipate dall’assessore Achille Spinelli, ai sindacati non sono piaciute. «Le dichiarazioni di Spinelli ci hanno sorpreso» ammettono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Che indicano «i dimenticati» della manovra: i lavoratori. «Finora a loro sono state riservate solo briciole» accusano i sindacati. Il cui obiettivo è chiaro: seguire l’esempio dell’Alto Adige, dicono, e destinare il 10% delle risorse della manovra proprio ai lavoratori. Guarda alle mosse della giunta con fiducia invece Gianni Bort, presidente della Camera di Commercio, che promuove i bonus per ristoranti e acquisto beni, ma chiede strumenti di sostegno anche per alberghi e artigianato.
I sindacati
In attesa del confronto annunciato dallo stesso assessore, sono dunque i sindacati a mettere in fila critiche e lacune della manovra in via di definizione. «La prospettiva disegnata da Spinelli — osservano — mostra che c’è ancora una visione parziale della crisi. Si pone l’accento sulle imprese, che sicuramente hanno subito impatti durissimi e per le quali abbiamo sollecitato da sempre un intervento della Provincia. Ma manca tutta la parte sul lavoro». Di più: «Quando l’assessore parla di razionalizzazione e rischio dispersione per gli interventi a favore dei lavoratori, le sue parole suonano come una beffa». Perché, aggiungono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, «in realtà in 13 mesi di pandemia nelle tasche dei lavoratori colpiti dalla crisi sono arrivati solo 10 milioni per l’integrazione dei sospesi, tra l’altro risorse europee». Una cifra «pari allo 0,05% del Pil provinciale». E quindi «briciole». In questo quadro, i sindacati lanciano la prima proposta alla giunta Fugatti. Chiedendo di guardare all’Alto Adige, dove «su 500 milioni di interventi messi in campo, la giunta Kompatscher ne garantisce ben 55 ai sostegni dei lavoratori e delle famiglie in difficoltà». E di usare lo stesso metro: di fatto, di destinare il 10% delle risorse ai lavoratori colpiti dalla crisi. «Nel concreto — proseguono Grosselli, Bezzi e Alotti — chiediamo nuove integrazioni al reddito per le famiglie in difficoltà, per i precari di ogni settore e per gli stagionali del turismo, oltre 20mila ormai, che non lavorano da ottobre, visto che le misure messe in campo dalla Provincia fino ad oggi non funzionano, a partire dall’attualizzazione dell’assegno unico. Per questi lo strumento c’è già ed è il fondo di solidarietà del Trentino». E ancora: «Crediamo sia il momento di mettere in campo un piano straordinario di politiche attive, rafforzando gli organici di Agenzia del Lavoro, puntando su percorsi di formazione e riqualificazione a partire dalle competenze digitali, dal potenziamento dei servizi per l’impiego della rete dei soggetti accreditati». Infine, gli interventi sulla casa: «Oggi l’emergenza è quella degli inquilini a rischio sfratto perché non riescono più a pagare gli affitti. Serve uno strumento immediato».
Le categorie
Non la pensa allo stesso modo Gianni Bort. Che aspetta di avere in mano l’articolato per poter esprimere una valutazione più dettagliata. Ma che anticipa un giudizio positivo. «Mi pare — dice il presidente della Camera di commercio — che la direzione sia quella giusta, di aiuto alle imprese e ai lavoratori: l’esecutivo sta preparando una manovra di un certo peso pur se in un bilancio già duramente colpito». Bene dunque le indicazioni emerse finora. Così come i bonus ristoranti e acquisto beni, «che — sottolinea Bort — sono uno stimolo per spingere i consumi». Ma non ci si deve fermare qui, avverte: «Oltre a ristoranti e negozi, sta soffrendo anche l’artigianato. Così come gli alberghi, che poco hanno ricevuto dallo Stato. E che continuano a essere in difficoltà: penso alla stagione dei laghi che non parte, al settore congressuale e fieristico fermo. Dobbiamo pensare a dei sostegni anche per loro».

 

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