01 settembre 2019 – Corriere del Trentino

Marangoni e Cartiere, mese cruciale

Rovereto:a fine settembre finisce il contratto di solidarietà. Riva, timori per la stabilità di Lecta I sindacati: 1500 posti di lavoro in meno e carenza di manodopera, una situazione schizofrenica

Inizia settembre e in Trentino la partita aperta più spinosa è ancora Marangoni, con il contratto di solidarietà che scade fra un mese. A ciò si aggiunge la questione Cartiere del Garda, all’interno di un gruppo Lecta costretto a una ristrutturazione del debito. Per i sindacati sul tavolo ci sono molte altre questioni, come lo scenario internazionale, il nuovo governo nazionale e le scelte della giunta Fugatti.
A Rovereto non è ancora chiaro l’assetto definitivo che raggiungerà Marangoni, alle prese con l’alleanza con i brasiliani di Vipal Borrachas. A fine settembre scadono i sei mesi di contratto di solidarietà per 35 esuberi, a quel punto si dovrà decidere che strada intraprendere, visto che il bilancio 2018 ha chiuso con una perdita da 9,3 milioni.
Se il settore pneumatici soffre da tempo, anche quello della carta vive una congiuntura difficile. Ne parla Lorenzo Pomini, segretario generale Cisl, che ha seguito il comparto da vicino: «Il fondo di investimento che controlla Cartiere del Garda può essere solo speculativo o può mantenere in piedi bene l’attività. È da vedere. Ora ci sono magazzini pieni e un mercato che non tira, mentre già in passato i lavoratori hanno sacrifica-
to una parte importante del salario per mantenere integra l’occupazione. Si sta discutendo di recuperare qualcosa riformulando il contratto integrativo. Certo, le ultime notizie preoccupano». «Il problema—aggiunge—ècheil settore carta non riesce a far margini e le Cartiere stanno in piedi grazie all’investimento fatto in passato sulla centrale di cogenerazione».
Alzando lo sguardo Pomini ricorda il dato di qualche giorno fa: nei primi 5 mesi dell’anno il saldo occupazionale è stato negativo per 1.500 unità. «La situazione è schizo-
frenica: da una parte c’è un calo occupazionale, dall’altra, in particolare nel turismo, non si trova personale. Occorre trovare delle soluzioni per avvicinare le scuole professionali al mondo del lavoro e inoltre gli imprenditori devono pagare di più: in Trentino il costo della vita è più alto».
I 1500 posti in meno per Franco Ianeselli, segretario Cgil, sono un segnale di rallentamento, che magari non riguarda nello specifico un’azienda, ma più in generale interi comparti: «Lo stop al sistema dell’accoglienza ha tolto il lavoro a 200 persone. Il
rinnovo del contratto delle coop sociali, con relativi aumenti salariali, manca ancora dell’adeguamento provinciale, sicché per 4-5000 persone mancano all’appello 6-7 milioni di euro». Per non parlare della spinosa questione degli appalti dei servizi, «la filiera è fuori controllo, basti pensare a Università, Provincia e Comune di Trento». Anche per Walter Alotti, segretario Uil, «l’accoglienza e gli appalti dei servizi nella pubblica amministrazione sono i problemi più grossi. Qui si tolgono ore di lavoro, generando un vero impoverimento dei lavoratori». Il ricorso al massimo ribasso è sempre dannoso per i sindacati, ma guardano alle altre mosse della giunta Fugatti in materia di appalti, Alotti vede bene la maggiore autonomia delle amministrazioni comunali rispetto all’Apac, alla centrale unica provinciale, nella direzione di un auspicato snellimento delle procedure.
I sindacati infine guardano allo scenario politico: «Ci sarà un nuovo governo o si andrà a elezioni? Da vedere poi se il nuovo esecutivo riuscirà a mettere in atto politiche attive — dice Pomini — Parliamo tanto della Germania che rallenta, ma loro hanno messo sul piatto 50 miliardi per un rilancio, mentre in Italia temiamo l’arrivo di 23 miliardi di aumento Iva. Così non andiamo da nessuna parte». La situazione nazionale infatti incide sempre di più sullo stato di salute del Trentino. «Siamo in un Paese a crescita zero — ricorda Ianeselli — e ci sono altri segnali preoccupanti, come la Germania che rallenta, la Brexit che incombe e le guerre doganali». Questioni a cui si aggiungono i temi sempre scottanti «del credito alle imprese e dei redditi dipendenti», come ricorda Alotti.

 

Scarica il pdf: Marangoni e Cartiere ART 010919