29 maggio 2021 – Corriere del Trentino
Marangoni nelle mani dei brasiliani, ultimo atto. Sindacati: sito a rischio
TRENTO Marangoni spa si appresta a tingersi di verde oro. Sui tempi rimane ancora un alone di incertezza, ma probabilmente già nelle prossime settimane potrebbe concludersi l’operazione che vede la società brasiliana Borrachas Vipal acquisire il 60% del capitale sociale della storica azienda roveretana specializzata nella ricostruzione di pneumatici. Una buona notizia per il Trentino e per i 188 operai dello stabilimento di via del Garda? «Sotto certi aspetti è una notizia positiva, ma c’è il rischio che il futuro proprietario decida di smettere di produrre a Rovereto», mettono in guardia il segretario generale della Uil Walter Alotti e l’ex segretario di Filctem Cgil Mario Cerutti, il quale esorta la giunta provinciale ad assumere un ruolo attivo visto che da undici anni, al termine di un’operazione di leaseback, il compendio industriale Marangoni è in mano a Trentino Sviluppo.
In ogni caso si tratterebbe di una svolta, positiva o negativa si vedrà, dopo una lunga fase di «declino» per l’azienda di proprietà della famiglia Marangoni, rimasta segnata dalla crisi finanziaria- economica del 2007-2008. Basta pensare che nel 2008 il fatturato consolidato del Gruppo era di 340 milioni e nel 2020 si è attestato sui 140 milioni. E ancora oggi «la situazione finanziaria, nonostante sia migliorata rispetto agli ultimi anni, è ancora in tensione», spiega Mario Cerutti, del sindacato di categoria dei lavoratori della chimica, del tessile, dell’energia e della manifattura (Filctem Cgil). Il bilancio 2020 si è chiuso, in particolare, con un indebitamento finanziario netto di 24,5 milioni di euro, contro i 37,7 milioni del 2019.
Negli ultimi due anni, tuttavia, c’è stata un’inversione di tendenza. Ed oggi la stessa Marangoni spa, capogruppo dell’omonima holding, è finita all’interno della strategia di espansione della multinazionale brasiliana Borrachas Vipal, leader in America Latina nella ricostruzione di pneumatici da trasporto con un fatturato di oltre 250 milioni di euro. Operazione, quella dell’acquisizione del 60% del capitale di Marangoni spa, che prevede anche la sottoscrizione di futuri aumenti di capitale. La stessa società verde oro, tra l’altro, ha già rilevato quasi tutte le società oltreoceano del Gruppo Marangoni.
Si pone a questo punto un grande punto interrogativo. «Non sappiamo ancora se l’operazione andrà in porto — spiega Cerutti — ma la nostra perplessità è che il futuro socio comprerà un business, quello della ricostruzione degli pneumatici, e non lo stabilimento produttivo di Rovereto. C’è quindi la possibilità che i brasiliani decidano di trasferire il business da un’altra parte, visto anche che dal prossimo anno la società Sgr inizierà a produrre pneumatici a dieci chilometri di distanza alle Casotte di Mori, diventano un possibile concorrente». Emerge quindi un’altra questione. Nel 2010 la Provincia, tramite Trentin Sviluppo, per salvare la tenuta occupazionale, aveva acquisito il compendio industriale Marangoni di via del Garda ad un prezzo di 41 milioni di euro. Un’area di 109mila metri quadrati che la stessa Marangoni spa si era impegnata a riacquistare in 18 anni versando canoni periodici. «Alla luce di ciò la Provincia non può rimanere alla finestra a fare da spettatore, ma deve ricoprire un ruolo di regia per garantire un futuro allo stabilimento produttivo di Rovereto», dice l’ex segretario della Filctem.
Ma c’è anche un problema di fondo secondo il segretario della Uil. «Uno dei problemi del Trentino — aggiunge Walter Alotti — è che le società familiari stanno passando a gruppi industriali internazionali perché non abbiamo una nuova leva di imprenditori locali. La Provincia dovrebbe cercare di consolidare gli eredi di questi famiglie oppure, per le società di servizi particolarmente importanti, promuovere il modello dell’azionariato popolare».
Scarica il pdf: Il Corriere del Trentino marangoni 30-5-2021
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