Davanti all’inserimento in Manovra finanziaria dell’emendamento per confermare l’apertura delle scuole materne anche nel mese di luglio, i sindacati dichiarano concluse le trattative con la Provincia e annunciano battaglia, denunciando sorpresa per l’inserimento della norma a tavolo ancora aperto. L’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti non concorda con questa ricostruzione e afferma: «Non ho mai fatto mistero, sia con i rappresentanti sindacali sia pubblicamente, che l’intenzione della giunta era garantire alle famiglie trentine un servizio che sappiamo essere utile e apprezzato. L’ho anche ribadito nell’ultimo incontro di settimana scorsa. Ora mi auguro che il dialogo prosegua, ci sono tanti temi aperti. La nostra intenzione è di tutelare gli interessi sia delle famiglie sia dei lavoratori, per esempio abbiamo già messo in Manovra la riduzione dei bambini per ogni classe, mantenendo intanto l’organico nonostante il calo demografico.

Di tutt’altro avviso i sindacati. «Una norma messa così all’improvviso, a tavolo ancora aperto, è stata una mossa molto scorretta nei confronti di chi si era mostrato pronta al dialogo. Ci era stato accennato solo vagamente» afferma sconfortata Stefania Galli di Cisl. Per Marcella Tomasi di Uil «l’intero comparto è entrato in subbuglio, questa norma non piace a nessuno. Ci preoccupa molto anche che stavolta non c’è nessun accenno ad anni specifici, vuole forse dire che vogliono farla diventare una norma stabile della scuola d’infanzia trentina? E poi cosa, comprendere anche agosto e fare 12 mesi no-stop? Inutile dire — prosegue Tomasi — che le trattative sono chiuse. Seguiremo altre strade, compresi i tribunali. Vedremo se è lecito essere l’unico territorio in Italia a far lavorare le educatrici 11 mesi all’anno». Non è per nulla soddisfatta anche Cinzia Mazzacca di Cgil, che annuncia battaglia: «Inserire nella legge di stabilità la modifica della legge provinciale dell’infanzia significa non voler dare spazio ad alcuna trattativa. Prenderemo le conseguenti iniziative»