Comunicato stampa 31 agosto 2017
Mediocredito. Non si dia nulla per scontato se non l’interesse dei cittadini trentini. Chiediamo cautela sul destino di un istituto “spintonato” verso CCB
Bene i dati sulla ripresa degli investimenti industriali in Trentino, anche se non tutti gli osservatori finanziari esprimono lo stesso ottimismo dello staff dirigenziale di Mediocredito. Vogliamo però concentrarci sulle parole del Presidente Senesi e sul suo auspicio che redditività, solidità patrimoniale e competenze della banca trentina «possano essere messe al servizio del nuovo gruppo bancario del credito cooperativo in fase di costituzione».
Riteniamo, infatti, fuori luogo – dal momento che non si sa ancora nulla né sul valore dell’asset, né tanto più sull’advisor che dovrà valutarlo – una presa di posizione partigiana che vede il Presidente di un istituto controllato dall’ente pubblico sbilanciarsi a favore di un preciso soggetto privato.
La nostra posizione è nota e la positività dei dati tecnici la avvalora. Una maggior prontezza e una più trasparente volontà della PAT avrebbero permesso l’eventuale partecipazione, oltre che di banche più solide dell’ancora costituendo Gruppo di Cassa Centrale Banca, anche di una partecipazione diretta degli stessi risparmiatori trentini – perché no – orfani di una banca locale dai tempi della chiusura della Popolare del Trentino, della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e della Banca di Trento e Bolzano, ma con molti risparmi a disposizione per comprare azioni di Mediocredito certo più soddisfacenti delle quote di proprietà delle casse rurali.
Non dimentichiamo che l’ente pubblico controllante di Mediocredito dovrebbe avere più a cuore l’interesse dei cittadini trentini (trascurato finora dall’operatività di Mediocredito orientata per il 50% fuori regione) piuttosto che gli interessi di un mondo bancario privato come quello del costituendo gruppo cooperativo che – ricordiamolo – è a minoranza trentina, di proprietà di Cassa Centrale Banca e costantemente a rischio, nei prossimi anni, di essere fagocitato dal gruppo cooperativo romano.
Oltretutto, nell’ipotesi Senesi, Mediocredito andrebbe maggiormente al servizio di Cassa Centrale Banca, avendone bisogno per raggiungere il valore minimo del miliardo di euro di patrimonio, invece che essere al servizio dei cittadini e del territorio trentino.
Ci attendiamo perlomeno, al di là di chi la spunterà, che le partecipazioni azionarie pubbliche saranno opportunamente e congruamente remunerate, evitando favoritismi come, ad esempio, i passaggi di pacchetti azionari totali immediati, magari con pagamenti rateali dilazionati nel tempo e valutazioni di comodo.
Walter Alotti
Segretario Generale
CSR UIL DI TRENTO
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