Corriere del Trentino, Il T – 04 marzo 2023
Meno mutui per le famiglie. I sindacati: «La Provincia stanzi 125 milioni per la casa»
Trento L’occupazione è sopra la media nazionale e il rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile è superiore a quello del resto d’Italia. Ma la quantità di prestiti ai privati, sebbene in aumento nell’ultimo quinquennio, sta ora subendo un rallentamento. Lo certificano i dati della Banca d’Italia esposti ieri da Michele Cascarano e Francesca Modena, della filiale di Trento di Bankitalia, in una tavola rotonda convocata dall’assessore Achille Spinelli e da Cassa del Trentino.
Dal 2016 al primo semestre del 2022, i prestiti ai privati hanno fatto registrare un sostanziale aumento, interrotto solo dal periodo della pandemia. Si tratta soprattutto di mutui destinati a coprire l’acquisto della prima casa. Tuttavia, dopo avere raggiunto il picco di prestiti nel 2021, il 2022 ha fatto registrare una diminuzione dei crediti.
È infatti emerso che le famiglie trentine sono in attesa di capire quale sarà il momento opportuno per fare nuovi investimenti. E su questo incidono i continui rialzi dei tassi Bce, che hanno reso più costoso l’accesso al credito e quindi deteriorato la capacità di contrarre mutui. Inoltre i rappresentanti delle banche presenti all’evento hanno evidenziato come, all’aumento dell’Euribor (il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile), le famiglie hanno cominciato a scegliere in prevalenza il tasso fisso. Tuttavia, dato che comunque i tassi fissi sono molto alti, in pochi chiedono la conversione dal mutuo dal variabile al fisso.
Cascarano e Modena hanno poi affrontato la questione dell’impiego. Il tasso di occupazione del Trentino è superiore rispetto al nazionale. Dati Istat accertano che, mediamente, nei primi tre trimestri del 2022, gli occupati sono circa il 70% tra coloro che sono disponibili al lavoro. La media nazionale è di dieci punti più bassa: 60%. Numeri positivi arrivano anche dal rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile. Quest’ultimo è significativamente sopra la media italiana e nell’ultimo decennio il differenziale rispetto al resto del Paese è quasi raddoppiato.
«Faremo tesoro delle informazioni oggi raccolte — ha concluso l’assessore Spinelli — utili sia per comprendere il fenomeno che per valutare la portata di un eventuale intervento della Provincia. Tra gli strumenti in fase di studio, un possibile intervento integrativo sul Fondo Garanzia Prima Casa, strumento che potrebbe essere utile(specialmente per le giovani coppie e coloro che vivono situazioni di precarietà lavorativa) per ottenere con maggiore facilità il mutuo,avendo le banche maggiori garanzie di solvibilità».
Cgil, Cisl e Uil invitano ad accelerare: «Non c’è tempo da perdere — dicono in coro i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — Bisogna stanziare subito parte dei 125 milioni di euro che giacciono nei fondi di riserva del bilancio provinciale per sgravare le famiglie meno abbienti dei costi dei mutui immobiliari».
Scarica il pdf: CORRIERE, IL T mutui ART 040323
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