Mercato del Lavoro. A giugno disoccupazione in calo al 3,5% e occupazione in crescita. Sindacati: dati positivi. Adesso però agire su due fronti, aumento delle retribuzioni e misure anticicliche che attenuino della frenata dell’economia
A giugno il mercato del lavoro trentino viaggiava ancora di corsa. Secondo i dati Istat relativi al secondo trimestre di quest’anno, infatti, la disoccupazione è calata al 3,5%, oltre un punto percentuale in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando la percentuale dei senza lavoro era il 4,7%. Parallelamente è cresciuta l’occupazione che ha raggiunto il 70,7%. In lieve salita anche il tasso di inattività, cioè la percentuale di quanti non hanno un’occupazione né la cercano, che nei primi sei mesi dell’anno ha raggiunto il 26,7%.
I dati sono positivi sia per le donne sia per gli uomini; entrambi i segmenti fanno registrare un calo di disoccupazione e un aumento degli occupati. Ancora migliore la performance del mercato del lavoro altoatesino che registra un tasso di disoccupazione di oltre la metà inferiore a quello trentino e pari all’1,3%.
“L’Istat registra un andamento ancora dinamico del mercato del lavoro fino a giugno, nonostante il secondo trimestre l’economia risulti in contrazione. Le ragioni sono sicuramente legate alla crescita del turismo, con le assunzioni per la stagione estiva – spiegano i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – . I timori arrivano dagli ultimi dati sulla cassa integrazione. Nei primi sei mesi di quest’anno sono state autorizzate 978mila ore di cassa. Cifra che potrebbe raddoppiare da qui alla fine dell’anno se verranno confermate le previsioni sull’andamento del comparto industriale. Così torneremmo ai livelli del 2011 quando anche in Trentino si sentivano ancora le code della Grande Recessione provocata dalla crisi finanziaria americana”.
Dunque l’attenzione deve restare massima per evitare l’avvitamento in una recessione vera e propria. Per questa ragione i sindacati invocano una politica industriale anticicliche, sostenendo gli investimenti delle imprese che puntano su innovazione e transizione ecologica.
Allo stesso tempo il calo della disoccupazione si lega anche alla carenza di manodopera. Ci sono meno lavoratori e lavoratrici in cerca di occupazione perché ce ne sono meno in assoluto. “In questo quadro la prima mossa dovrebbe essere quella di rendere più attrattive le offerte di lavoro, migliorando le condizioni retributive, puntando su occupazione stabile e di qualità”, aggiungono Grosselli, Bezzi e Alotti che al tempo stesso sottolineano ancora una volta la necessità di gestire in modo adeguato e lungimirante anche il fenomeno dell’immigrazione. “Abbiamo bisogno di più lavoratori stranieri e non lo dice il sindacato, ma le imprese. E servono dunque più politiche di integrazione e accoglienza. Oggi gli stranieri si allontanano dal nostro mercato del lavoro. Ed è un problema per il sistema, al di là della propaganda spicciola”.
Trento, 13 settembre 2023
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