Mercato del lavoro. Ad agosto assunzioni ancora in calo del 9,2%. La domanda di lavoro si riduce nel manifatturiero e nell’agricoltura. In discesa anche le cessazioni. Cgil Cisl Uil: servono politiche industriali selettive che creino valore aggiunto e occupazione di qualità. Così Trentino fragile
Ad agosto c’è ancora il segno meno davanti ai numeri delle assunzioni in Trentino. Per il terzo mese consecutivo, infatti, la domanda delle imprese fa registrare una flessione del 9,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il calo riguarda tutti i comparti, ma più marcatamente l’agricoltura e il settore manifatturiero.
Guardando ai primi otto mesi dell’anno il dato complessivo è negativo rispetto al 2022, con una flessione del 4,1%. Le assunzioni calano in tutti i settori: -3,3% nell’agricoltura, -8% nel secondario e -3,5% nel terziario.
E’ quanto emerge dalla nota aggiornata sul mercato del lavoro locale redatta da Agenzia del lavoro.
Il calo delle assunzioni colpisce di più i giovani e, se si guardano le tipologie contrattuali, la somministrazione, i contratti a chiamata e contratti a termine. Un dato coerente perché questa tipologia precaria riguarda spesso i lavoratori più giovani. Al contrario, e questo è un dato positivo, cresce la stabilizzazione con l’aumento dei contratti a tempo indeterminato e si riducono le cessazioni.
E’ proprio il calo marcato di queste ultime (-5,6% nei primi otto mesi del 2023) che mantiene positivo il saldo occupazionale, a livelli migliori addirittura di quello registrato nello stesso periodo del 2022.
“La dinamica dell’occupazione riflette perfettamente il rallentamento dell’economia confermato dall’aumento delle ore di cassa integrazione – segnalano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per Cgil Cisl Uil seguono il mercato del lavoro -. Quando l’economia entra in una fase di stanca le imprese ricorrono meno alla somministrazione ed ai contratti a termine, che sono le tipologie contrattuali che riguardano prevalentemente i giovani”.
In questo quadro secondo i sindacati è importante rafforzare il tessuto produttivo e l’occupazione locale, per renderla più resistente di fronte ai periodi di crisi. “Per noi la ricetta resta quella di innovare in chiave selettiva le politiche industriali per creare maggiore valore aggiunto e conquistare i nuovi mercati, investire su green economy e innovazione tecnologica”, proseguono i sindacalisti che mettono l’accento anche su un altra questione centrale, la qualità dell’occupazione. “C’è un tema di qualità delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni, che in Trentino, come è stato recentemente certificato sono sotto la media nazionale. Se non si inverte questa rotta rinnovando i contratti e puntando su settori ad alto valore aggiunto si rischia un periodo di declino. Lo abbiamo evidenziato nella piattaforma unitaria di Cgil Cisl Uil. Da lì vorremmo ripartisse il confronto con la nuova giunta e le parti datoriali”, concludono.
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