Metalmeccanici in sciopero per il rilancio del settore e l’occupazione
Anche le tute blu trentine incroceranno le braccia per quattro ore venerdì 7 luglio. “Industria centrale per lo sviluppo del Paese. Servono politiche industriali che puntino su innovazione e transizione ecologica”
Anche le metalmeccaniche e i metalmeccanici trentini venerdì 7 luglio incroceranno le braccia per quattro ore, aderendo allo sciopero nazionale indetto unitariamente da Fiom, Fim e Uilm.
Le tute blu protestano per chiedere un rilancio del settore, che non può non passare da politiche industriali che puntino su innovazione e transizione ecologica e tecnologica, e che nel contempo valorizzino l’occupazione nel settore. Tutti temi su cui i governi hanno dimostrato invece di essere assenti.
Sono anni, infatti, che il Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione — ecologica, digitale, energetica e tecnologica — sono mancati da parte della politica gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria. Per il settore, invece, sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza.
Fiom Fim e Uil chiedono anche di rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica e impiantistica, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari. Accanto a questo le tute blu puntano l’accento sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che dovrebbe prevedere strumenti adeguati per gestire in modo equo la transizione ecologica e digitale favorendo la riqualificazione di quanti si troveranno ai margini del mercato del lavoro. Allo stesso tempo serve incentivare i contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile.
L’investimento su migliori condizioni di lavoro non può prescindere anche da un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione dei sistemi educativi e formativi dagli istituti superiori fino all’università.
In tema di qualità dell’occupazione Fiom Fim e Uilm sollecitano un maggiore impegno per incentivare l’aumento dimensionale delle imprese, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.
Dunque le politiche industriali e le risorse del PNRR che per le tre sigle dovrebbero essere oggetto di confronto anche per il rilancio e lo sviluppo del comparto metalmeccanico e allo stesso tempo l’incremento degli investimenti pubblici e privati nei settori strategici.
Questioni queste che toccano da vicino anche il Trentino che avrebbe bisogno di politiche industriali selettive per le imprese che investono in innovazione, nella transizione ecologica e digitale per essere competitive sui mercati internazionali e creare condizioni di lavoro migliori e più attrattive, contribuendo in questo modo alla crescita economica di tutta la comunità.
Trento, 5 luglio 2023
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