Migranti. L’Autonomia può garantire un sistema di accoglienza e integrazione. Cgil Cisl Uil: la Provincia ha gli strumenti per gestire l’emergenza. Accogliere è un dovere e un’opportunità
“Nessuno nega che ci sia un’emergenza migranti su tutto il territorio nazionale. Non abbiamo dubbi, però, che il Trentino possa gestire questa emergenza valorizzando la propria autonomia e rimettendo in campo un sistema di accoglienza diffuso che punti sull’integrazione degli immigrati. Nulla è a costo zero. E’ però una scelta politica. Per quanto ci riguarda accogliere è un dovere umanitario e un’opportunità per la nostra comunità”. Ne sono certi Cgil Cisl Uil del Trentino che non si rassegnano all’immobilismo di fronte all’urgenza di gestire i flussi di stranieri, molti minori non accompagnati, che arrivano in Trentino. “E’ chiaro che il Governo Meloni non può scaricare sui territori. Ad oggi abbiamo assistito ad una gestione del problema solo a colpi di propaganda. I nodi però sono arrivati al pettine e adesso bisogna agire. Tutti devono fare la propria parte. Trentino compreso”, insistono i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che puntano il dito contro la Giunta, responsabile dello smantellamento di un sistema diffuso e efficiente di accoglienza. Una strada quella imboccata anche dal presidente Fugatti che secondo i sindacati porta ad un binario morto perché una buona gestione dei flussi migratori sul territorio è fondamentale per costruire risposte efficaci sul piano economico per il fabbisogno di lavoratori, sul piano sociale perché l’integrazione è uno strumento indispensabile per garantire sicurezza a tutta la comunità e sul piano demografico visto che la popolazione trentina sta diminuendo e invecchiando. “Non mettere in campo politiche di accoglienza non ferma i flussi immigratori. Crea solo maggiore insicurezza e per questo è urgente ripristinare l’accoglienza diffusa e potenziare i servizi per gli immigrati che arrivano sul nostro territorio, a cominciare dai corsi per l’insegnamento della lingua e cultura italiana in modo da favorire un veloce inserimento nella comunità locale e nel mercato del lavoro”, concludono.
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