09 febbraio 2019 – Trentino
Mobilità docenti, c’è il contratto.
Sindacati divisi. La Uil: «Migliorativo».
È stato firmato ieri il contratto collettivo decentrato, relativo alle procedure di mobilità del personale docente della scuola a carattere statale della Provincia. Sindacati divisi. Soddisfatta la Uil scuola: «Possiamo dire – afferma la sindacalista Lucia Vinti – che, per molta parte grazie alle buone idee portate al tavolo negoziale dalla Uil Scuola, il contratto firmato oggi è decisamente migliorativo rispetto agli anni scorsi. Nel corso di un quadriennio, la Uil Scuola è riuscita a porre importanti correttivi agli errori negoziali che altri hanno commesso nel 2014». «Pur non avendo ottenuto tutto quanto richiesto, ad esempio volevamo che le distanze sull’assegnazione provvisoria fossero di molto ridotte, abbiamo firmato al termine di una trattativa serena» aggiunge il collega Maurizio Zeni. «Quanto alla continuità didattica conclude il segretario Pietro Di Fiore è evidente come sia necessario istituire l’organico potenziato di Istituto, così come accade sul territorio nazionale».
Non ha firmato l’accordo invece la Flc Cgil, unica tra le quattro organizzazioni sindacali firmatarie del contratto provinciale. «Non abbiamo avuto alcuna risposta su molte questioni poste da tempo e che per noi sono fondamentali, dall’ampliamento degli organici alla deroga ai tre anni», spiega la segretaria Cinzia Mazzacca. «In particolare insistiamo da molto tempo sulla necessità di ampliare l’organico di diritto. Il problema va affrontato anche nell’ambito della legge e non solo contrattuale. È impensabile che la Provincia si accorga solo quando è tempo di mobilità che c’è da affrontare il tema degli organici». Per la Flc sarebbe stato fondamentale prevedere la possibilità di ampliare l’organico di diritto su cui procedere con i trasferimenti (e quindi anche con le assunzioni a tempo indeterminato) su base volontaria, anche attraverso il completamento del proprio orario su due istituti vicini. C’è poi la questione dell’assegnazione della sede provvisoria, possibilità non prevista per il primo anno di insegnamento. «Oggi il docente che entra in ruolo deve obbligatoriamente recarsi nella sede assegnata, magari molto lontana dalla residenza con problemi di conciliazione vita lavoro», spiega Mazzacca.
Scarica il pdf: scuola ART 090219
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