Corriere del Trentino – Venerdì 11 Ottobre 2024

Monito dei sindacati: «Ripensare sanità, affitti e contratti»

Walter Alotti (Uil Trentino) e Cristina Masera (Cgil Alto Adige) intervengono sui costi della vita in Trentino-Alto Adige

Mario Parolari

Se a Bolzano sono la casa e l’abitare a farsi pagare cari, a Trento trasporti e salute, insieme a sport, cultura, bevande e tabacchi, superano il tenore di vita dell’Alto Adige. E quella di Bolzano, spiegano i dati Istat, è la provincia italiana con la maggior spesa media e mediana. «Abbiamo tanto turismo tutto l’anno, che comporta un’incidenza sui mercati di affitti e ricreazione anche per i residenti, alzando la media di tutti i costi», spiega Walter Alotti, segretario di Uil Trentino. «Il modello della nostra sanità va ripensato. Con questi valori la sanità integrativa diventa quasi necessaria, è uno strumento importante per abbassare questi costi». In Alto Adige, spiega la segretaria provinciale Cgil Agb, Cristina Masera, uno strumento come il contributo d’affitto, volto a calmierare i costi, non aiuta il mercato altoatesino.

«Il contributo è necessario, ma passa direttamente da chi lo riceve a chi affitta la casa», spiega Masera. «Tanti appartamenti del centro di Bolzano sono stati convertiti in b&b, sottraendo appartamenti per l’affitto delle famiglie e alzando i prezzi». Oltre ad aumentare il patrimonio immobiliare pubblico bolzanino, in entrambe le province, la soluzione sarebbe lavorare sui salari. «L’unica ricetta è allargare la contrattazione integrativa di secondo livello su tutti i settori, partendo dal turismo, ma anche nell’industria», spiega Alotti. «C’è bisogno di un’integrazione provinciale. Questa situazione prova la difficoltà dei servizi e pubblici nel trovare personale».

 

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