Corriere del Trentino, Il T – 09 aprile 2024
Morti sul lavoro, Cgil e Uil: «Più prevenzione e formazione». Giovedì lo sciopero generale
Prevenzione degli incidenti e degli infortuni, sviluppo e cura della formazione e della lingua italiana per i lavoratori stranieri e la richiesta di una giusta riforma fiscale. Sulla base di questi quattro elementi è stato motivato ieri lo sciopero plurisettoriale in programma giovedì 11 aprile, in cui i comparti privati si fermeranno per 4 ore, mentre l’edilizia incrocerà le braccia per tutto il giorno.
I sindacati reclamano migliori condizioni lavorative, e mostrano i numeri: a febbraio gli infortuni in Trentino sono stati 1.451 , di cui tre mortali. Il 18% in più rispetto a dodici mesi prima e, stando ai dati di Inail, oltre 300 episodi riguardano lavoratori stranieri.
«La situazione sta peggiorando perché si sottovaluta l’impatto di questi fenomeni sulla popolazione», sottolinea il segretario provinciale della Cgil, Andrea Grosselli. Che aggiunge: «Abbiamo incalzato il governo perché i problemi sul posto di lavoro non passino sotto traccia, soprattutto nell’edilizia».
Walter Alotti, segretario provinciale Uil, sposta invece l’attenzione sul Pnrr. «La ricaduta di quest’ultimo sugli investimenti pubblici — spiega — è ancora sulla carta. Al momento l’Italia sta ottemperando alle fasi formali, ma i cantieri non stanno decollando».
L’ambito lavorativo che sembra più soffrire è proprio quello dell’edilizia. Secondo Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario di Fillea Cgil, il problema principale è quello della mancanza di formazione dei lavoratori. «Se non c’è formazione le persone arrivano in un posto di lavoro senza sapere a cosa vanno incontro e si creano così potenziali situazioni pericolose». Mastrogiuseppe punta poi il dito contro la nuova patente a punti (in vigore dal prossimo 1° ottobre), un sistema che, a partire da un punteggio iniziale di 30 crediti, andrebbe a penalizzare le imprese edilizie poco o per niente rispettose delle normative: «È qualcosa che non sta né in cielo né in terra. Abbiamo chiesto invece l’introduzione, nel codice penale, del reato di incidente sul lavoro. Nonostante il decreto 81/08 sancisca la formazione per i lavoratori, in realtà questi ultimi spesso non sono formati. E ci rimettono. Così facendo si creano anche gli alibi per le imprese».
L’altra questione poco gradita è quella degli appalti a cascata che, secondo Mastrogiuseppe, «agevolano le imprese poco serie a usare manodopera non formata, con il rischio di incidenti anche fatali». E sul problema linguistico: «Non conoscendo l’italiano, alcuni lavoratori stranieri sono alla mercé dei caporali». Il segretario di Feneal Uil, Matteo Salvetti, sottolinea come le istituzioni «non abbiano investito abbastanza nell’accoglienza e nell’integrazione dei richiedenti asilo», ponendo il focus sulle tante nazionalità (91) che coesistono nell’ambito edilizio. “Siamo tornati indietro di 40 anni — continua — e guai a parlare di integrazione. Così si creano poi i ghetti e aumenta il rischio di infortuni». Un altro motivo della protesta è la richiesta di una diversa riforma fiscale. Cgil e Uil analizzano come i lavoratori dipendenti e pensionati paghino oltre il 90% del gettito Irpef, mentre l’evasione complessiva viaggia oltre i 90 miliardi annui.
Scarica il pdf: CORRIERE, Il T infortuni 090424
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