Morti sul lavoro – Continua la scia di sangue dei morti sul lavoro

E’ necessaria la prevenzione, la formazione, l’informazione, ma restano assolutamente inderogabili per la UIL la vigilanza e la repressione!

E’ di queste ultime ore l’ennesimo tragico dramma di un lavoratore residente in Trentino morto sul lavoro a Pochi di Salorno, in Alto Adige, oltre a quello dei due gravi infortuni in ambito boschivo a Malga Cioca a Pinzolo.

La Uil chiede da tempo una svolta nelle modalità di prevenzione sul territorio degli infortuni sul lavoro, ma spesso cozziamo contro un “muro di chiacchere”, o ci troviamo a dibattere il problema con chi riconduce il tragico fenomeno (12 morti sul lavoro nel 2024, quasi il doppio del 2023 e più dell’12% di infortuni denunciati in Trentino fino a maggio) solo alla superficialità dei lavoratori nell’espletamento del proprio lavoro o nei variati “stili di vita” delle nuove generazioni di lavoratori o, ancora, nella distrazione ormai generale dal lavoro data dai cellulari o nuovi apparati digitali che ormai ci accompagnano sempre, sul e fuori dal lavoro.

Certo siamo convinti che la diffusione, fin dall’età scolare, di una cultura della sicurezza resta una stella polare per la soluzione del problema nel lungo periodo, e anche la Provincia di Trento comincia a coinvolgere Istituti scolastici e studenti in programmi di sensibilizzazione con al centro il lavoro e la sicurezza sul lavoro.

Siamo fermamente convinti però che ad esempio la proposta concreta e specifica lanciata ormai due anni fa dalla UIL del Trentino riguardo alla sicurezza del lavoro forestale, con un più forte coinvolgimento del Corpo Forestale provinciale e dei Corpi di Polizia Municipali nel controllo del territorio boschivo gli uni e di quello agricolo trentino con gli altri, anche per l’aspetto della sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro, vada rivalutata e riesaminata dalla Giunta Fugatti.

L’Assessore Spinelli a suo tempo ne aveva colto l’originalità, si era impegnato a verificarne la fattibilità, ma non abbiamo più avuto un concreto riscontro, né da lui, nè dal Presidente Fugatti, che guida e dispone del Corpo forestale provinciale, in questo frangente certamente occupato dalla vicenda “Life Ursus”.

Si è puntato piuttosto sul rafforzamento del collegamento degli uffici di prevenzione provinciali con l’Arma dei Carabinieri, essendo assai limitata l’azione di intervento sul territorio degli ispettori e tecnici provinciali per l’esiguità degli organici di quegli uffici, e per contro nota appunto la diffusione, la presenza invece più capillare dei Carabinieri sul territorio, e quindi della possibilità di coordinamento dei tecnici ed ispettori provinciali coi comandi periferici, date le loro competenze, stabilite dalla legge statale, anche in questa materia. E si continua a sottovalutare l’adeguamento e allargamento dell’organico dei tecnici Uopsal, anche per un’eccessivo ascolto ed attenzione della politica rispetto ai paventati timori datoriali di un aumento della macchina burocratica e degli adempimenti amministrativi delle imprese.

Noi della UIL rimaniamo convinti che nessuno può esimersi dal lavorare per la vita e per evitare che qualcuno quella vita, la perda sul lavoro.

Trento, 1 agosto 2024

Walter Alotti
Segretario Generale UIL del Trentino

Scarica il pdf: due infortuni e un morto in luglio