Corriere del Trentino, Il T – 22 febbraio 2024
«Morti sul lavoro: la giunta assuma». Dopo Firenze i sindacati: «Più ispettori all’Uopsal e via i subappalti a cascata»
«Basta morti sul lavoro! Ogni singola tragedia è una tragedia di tutti e di tutte».
Una tragedia, quella del cantiere del nuovo supermercato Esselunga a Firenze, che ha riaperto una ferita sociale mai veramente chiusa. Una tragedia che riaccende sull’Italia il tema della sicurezza sul lavoro, chiesta a gran voce da tutti i settori, ma mai affrontata seriamente.
«Il tema degli incidenti sul lavoro è molto urgente -commenta Michele Guarda, segretario generale Fiom Cgil del Trentino- quello che è successo a Firenze ha superato il limite». Una tragedia che ha scosso l’intero paese, tanto da spingere i sindacati a scendere in piazza nella giornata di ieri, mercoledì 21 febbraio. Una mobilitazione nazionale, che qui in Trentino ha visto un presidio di lavoratrici e di lavoratori davanti al Commissariato del Governo per la Provincia autonoma di Trento, in via Piave 1.
«Uno dei problemi è il precariato, spesso veniamo a conoscenza di lavoratori che s’infortunano sul posto di lavoro ma che decidono di non denunciare perché, essendo assunti a tempo determinato, hanno paura di perdere il loro lavoro -spiega Guarda- Nascondendo i problemi l’azienda non è mai spronata ad investire per migliorare le condizioni dei lavoratori». Secondo l’Istat nel 2023 il numero di lavoratori italiani assunti con un contratto precario era di 2.924.000. Un problema a livello nazionale, insomma, che però non può essere ignorato. «A Firenze sono morte cinque persone, è inconcepibile che in un grande cantiere, di un grande marchio succeda una cosa del genere – commenta Andrea Grosselli, segretario generale Cgil Trentino- Tra l’altro non è ancora chiaro a che titolo quegli operai fossero lì, non si sa se fossero assunti regolarmente o meno». Un tema, quello del lavoro in nero ancora troppo presente sul territorio nazionale, sempre secondo Istat tra il 2020 e il 2021 il valore dell’economia non osservata sarebbe cresciuto di 17,4 miliardi.
«Con il nuovo codice degli appalti la situazione in edilizia è peggiorata – spiega Marcello de Carli, funzionario Feneal Uil Trentino Alto Adige- il subappalto è troppo veloce e con meno regole. È vero che queste nuove regole hanno semplificato la burocrazia, ma è altrettanto vero che hanno reso inefficienti i controlli di sicurezza». Un cane che si morde la coda, e che da troppi anni è li fermo che ruota intorno a sé stesso. «Bisognerebbe aumentare il numero degli ispettori e il numero di controlli, magari facendoli senza avvisare le aziende -continua de Carli- troppe volte poi i controlli vengono fatti solo sui documenti, che spesso sono in regola. Il problema è che troppo spesso i documenti non rispecchiano i cantieri». Secondo i sindacati l’aumento dei controlli e l’aumento delle sanzioni potrebbe essere veramente la strada giusta da prendere per cercare di migliorare la situazione dei lavoratori italiani. «Noi vorremmo istituire il reato di omicidio sul lavoro – commenta Walter Alotti segretario di Uil Trentino- sperando che, passando sul penale, le aziende prestino più attenzione alla sicurezza sul lavoro. Ma la giunta dovrebbe assumere più personale all’Uopsal per vigilare al meglio sul rispetto delle norme di sicurezza da parte delle imprese e non si dovrebbe limitare alla semplice sostituzione di chi va in pensione. Non solo. So dovrebbero inserire delle norme per impedire delle norme sui cosiddetti subappalti a cascata che sono quelli che aumentano l’insicurezza sui luoghi di lavoro». Sicurezza sul lavoro che deve essere incentivata anche attraverso «l’ampliamento dell’organico degli ispettorati del lavoro, non è possibile che in Europa ci sia un ispettore ogni 10.000 lavoratori mentre in Italia ce ne sia 1 ogni 40.000 lavoratori», spiega Alotti.
Un tema che non va più solo decantato, ma su cui bisogna operare una svolta importante, un cambiamento di rotta, non è più accettabile che «se ci sono delle irregolarità su cantieri pubblici si chiuda un occhio per il bene del territorio», perché così si rischia solo di far del male al lavoratore.
«Un altro tema molto importante è la formazione. Un lavoratore per poter lavorare in sicurezza ha bisogno di avere una buona formazione – commenta Guarda- per esempio durante l’alternanza scuola lavoro i ragazzi sono stati messi a lavorare gratuitamente senza che gli venisse servita un’adeguata formazione». Formazione che va a braccetto con il tema della sicurezza sul lavoro, ma che riguarda anche la formazione sui diritti che il lavoratore ha.
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