19 marzo 2020 – Corriere del Trentino

Mutui, migliaia di moratorie a Ccb Congedi, i patronati sono telematici

TRENTO Moratorie dei mutui, sospensione dei pagamenti, congedi parentali straordinari: sono molte le misure contenute nei 127 articoli del decreto Cura Italia, che mette in circolo 25 miliardi di euro e muove flussi per altri 350 miliardi a sostegno di famiglie, imprese, sanità e lavoratori. Ma come si possono concretamente ottenere questi strumenti?
Per quanto riguarda le moratorie, da Cassa Centrale Banca aiutano a dipanare un po’ le nebbie: moratorie sono state avviate dal gruppo già a fine febbraio, da 3 a 12 mesi, poi sono arrivate quelle proposte da Piazza Dante nel disegno di legge che andrà oggi in aula e che l’assessore Spinelli ha anticipato potranno arrivare addirittura a 24 mesi. Infine ci sono quelle previste dal decreto: moratorie di 6 mesi per le famiglie in difficoltà o le imprese con allungamento dei piani di ammortamento. Tradotto: se qualcuno la chiede la banca è obbligata a concederla a meno che non si tratti di soggetti insolventi. E il gruppo, che comprende circa 80 banche fra cui le quasi venti trentine, ha già ricevuto migliaia di richieste di moratoria, mentre di solito si tratta di singole istanze. La domanda va fatta direttamente alla banca, per via telefonica o telematica, non è necessario andarci di persona: le aziende sono di solito dotate di pec ma le banche del gruppo si stanno attrezzando anche per attivare canali di comunicazioni certificati anche per chi non ha la pec. Un dubbio alleggia tra imprese e privati: se qualcuno non ha pagato una rata, causa i mancati incassi da Covid-19, vedrà la sua posizione deteriorarsi e quindi perderà la moratoria?
Stando al decreto no. Però per superare questo ostacolo le banche stanno trattando in queste ore con la Bce per sospendere alcuni aspetti della normativa in merito. Di certo, suggeriscono dal gruppo, è opportuno chiedere la moratoria prima che la rata scada, così da mettersi al riparo da ogni rischio. Intanto però le banche si sono mosse per sostenere gli ospedali italiani. Iccrea banca, Ccb e Raiffeisen dell’Alto Adige hanno attivato tre conti su cui potranno confluire contributi per acquistare apparecchiature e rafforzare i presidi di terapia intensiva.
Altri aspetti cruciali contenuti nel decreto sono il riconoscimento di un’indennità di 600 euro ai liberi professionisti non iscritti agli ordini e ai titolari di rapporti di co.co.co, così come ai dipendenti stagionali del turismo o stabilimenti termali e agli operai agricoli a tempo determinato. Vengono sospese le rate del mutuo sulla prima casa per le partite iva che certifichino di aver perso oltre il 33% del proprio fatturato. La cassa in deroga viene estesa ai datori di lavoro del settore privato non coperti dagli ammortizzatori ordinari. Il congedo previsto per i dipendenti è esteso ai genitori lavoratori autonomi e commisurato al 50% della retribuzione. In alternativa si può richiedere un bonus per i servizi di baby-sitting di 600 euro. Ancora: la cassa integrazione è estesa a tutti i settori del privato e le Regioni e le Province autonome possono concedere trattamenti di integrazione salariale per la sospensione o riduzione dell’attività fino a 9 settimane. Ancora: Cassa depositi e prestiti mette a disposizione delle aziende più grandi 500 milioni di euro per garantire le banche che finanziano le imprese più danneggiate.
Per congedi, sussidi di disoccupazione e altre richieste c’è bisogno dei patronati che però sono chiusi: ma, garantiscono dalla Cgil, le richieste in materia saranno evase per via telematica, dando la priorità alle urgenze. Quanto alla disoccupazione il decreto ha spostato i termini: se per fare domanda prima c’erano 68 giorni dal licenziamento oggi ce ne sono 128. Il Cura Italia ha provocato anche molte delusioni, soprattutto tra i professionisti degli Ordini: Pasquale Mazza, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Trento, chiede «misure più coraggiose per le partite iva» agendo su ritenute d’acconto e crediti di imposta. Anche Cappelletti di Fiarc (rappresentanti di commercio) esprime preoccupazione: «In Trentino 1.612 agenti di commercio sono stati lasciati soli» denuncia. E Confcommercio Trentino, con il presidente Gianni Bort, ha preso carta e penna per scrivere a Dolomiti Energia e chiedere la sospensione del pagamento delle bollette per quelle aziende che hanno azzerato gli incassi a causa del virus.

Scarica il pdf: moratoria ART 190320 2