Dichiarazione stampa Walter Alotti,
Segretario UIL del Trentino
26 maggio 2017
Nomine delle partecipate: cambiano requisiti e procedure, ma permangono opacità e scelte discrezionali, discutibili.
Non possiamo, subito a ridosso delle ultime nomine ai vertici delle società partecipate trentine ed in piena stagione di assemblee per approvazione dei bilanci e rinnovi delle cariche sociali in scadenza, non evidenziare e stigmatizzare il tradizionale “valzer” di designazione dei soliti noti nei CdA e nei collegi sindacali. La stretta appartenenza di tanti di loro a questo o quel ambito politico, in spregio della trasparenza e delle stesse tanto declamate nuove procedure di nomina adottate.
Che dire ad esempio dell’occupazione, da parte di due coniugi, di 4 cariche sociali in tre diverse società pubbliche: Trentino Trasporti e Trentino Esercizio, Patrimonio del Trentino, Aeroporto Caproni, che hanno ed avranno certamente in un prossimo futuro rapporti e relazioni economiche importanti, se non altro perché se ne prevede già la fusione? Va bene premiare la professionalità, ma non dovrebbe esserci anche una minima attenzione ai conflitti di interesse ed alla trasparenza??? In questo caso specifico poi, addirittura, non si è tenuto minimamente conto nemmeno del Piano Anticorruzione della PAT dove particolare attenzione viene dedicata ai “coniugi “ cooptati nell’Amministrazione e nelle sue Partecipate, attenzione che non risulta la stessa riposta dalla Giunta nella nomina degli stessi “coniugi” alle posizioni individuate nelle 4 società pubbliche. E che dire poi della totale scomparsa del senso d’opportunità nei provvedimenti, che ormai viene richiamato solo per qualche cittadino protestatario, spesso tacciato dagli uomini di potere di populismo o demagogia.
Purtroppo, nel segno della più discutibile tradizione anche trentina, il merito pare stare piuttosto nella conoscenza del “principe”, nella parentela o nell’appartenenza, in qualche caso addirittura nella stessa “discendenza” pure familiare, da qualche “apparatchik” del passato o del presente, piuttosto che nelle competenze, nei curricula o nelle esperienze precedenti. Certo, poi qualcuno con le carte a posto, meritorio lo si trova, scorrendo la lista dei “predestinati”, bisognerà pure cambiare, provare a risolvere qualche situazione.
E le stesse denunce, gli appelli al senso civico, le regole a livello locale, non sono sufficienti a non far uscire la maggior parte dei nuovi amministratori dalla “nomenklatura”, dalla trappola della fedeltà, dell’appartenenza. Forse solo una legge statale, rispettosa delle Autonomie, potrebbe e dovrebbe riscrivere procedure di nomina in grado di favorire l’affermazione dei requisiti di competenza ed onestà, di indipendenza oggettiva degli amministratori e dei collegi sindacali dai soci pubblici, dalla quella cattiva politica che li vuole assoggettare ai propri usi e consumi.
La società civile, il sindacato, le parti sociali, con il sostegno dell’opinione pubblica, dei ” corpi intermedi” e della stampa più autorevole dovrebbero porsi l’obiettivo di società partecipate pubbliche più trasparenti e libere, di una società trentina più efficiente e veramente autonoma, anche dai poteri forti, dalle consorterie affaristico politiche e dalle lobby.
Walter Alotti
Segretario Generale
UIL del Trentino
Scarica il pdf: COM 260517 nomine partecipate 2017 trasparenza e conflitti interesse
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