l’Adige – 18 febbraio 2024

«Non autosufficienza, persi 10 anni»

«Quella della non autosufficienza è una bomba sociale che, pur mostrando già oggi i propri effetti, proprio come un timer irrimediabilmente innescato, rischia di deflagrare definitivamente da qui a vent’anni».
I sindacati sono preoccupati. Una preoccupazione che emerge dalle parole dei segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, ma anche delle tre sigle(Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati) che si occupano proprio di quelle fasce d’età, Claudia Loro, Patrizia Amico e Claudio Lucchini.
«Per disinnescarlo bisogna agire subito e farlo a livello regionale, l’unico ambito davvero praticabile. Sono già stati persi dieci anni di tempo inutilmente e, nonostante questo, invece di affrontare davvero questa priorità, Kompatscher e Fugatti litigano sulle poltrone. È uno spettacolo davvero indegno per un’istituzione che ha di fatto come unica competenza primaria proprio quella dell’assistenza e della previdenza. Continuare a tenere la testa sotto la sabbia e chiudere nei cassetti gli studi sulla questione invecchiamento non è una soluzione. Anzi così si acuiscono i problemi e si rischia di scaricare tutto il peso sulle giovani generazioni e sulle famiglie che già oggi faticano a gestire i crescenti problemi di conciliazione vita-lavoro».
I sindacati ricordano come già ai tempi della XV Legislatura, con l’assessora Plotegher, era stata avviata una riflessione sul tema. «Ma negli ultimi cinque anni con la competenza assegnata al presidente Kompatscher non è stato fatto alcun passo in avanti. Neppure l’ennesimo studio commissionato a Pensplan ha portato a un qualche intervento strutturale. Anzi, anche questo documento è rimasto nei cassetti della Regione, mentre gli strumenti di sanità integrativa sul territorio continuano ad essere frammentati e la sanità pubblica va sempre più sotto pressione e i cittadini più poveri e le loro famiglie rinunciano progressivamente a curarsi considerata la situazione reddituale e la perdita del potere d’acquisto provocata dall’impennata dell’inflazione».
Nell’analisi le tre sigle ragionano sull’attuazione “light” dello Spazio Argento sotto l’assessorato Segnana, e sottolineano la mancata indicizzazione dell’assegno di cura, la crescente difficoltà delle Apsp nel loro assetto attuale a rispondere ai bisogni degli anziani, l’assenza di reali innovazioni nei servizi di assistenza domiciliare gestiti dagli enti locali, dimostrano una colpevole sottovalutazione del problema sociale mentre assistiamo all’aumento delle persone non autosufficienti.
«Così anche la meritoria azione di Sanifonds Trentino, sostenuta con forza dalle nostre organizzazioni, per l’estensione delle coperture mutualistiche per la non autosufficienza fino ai 75 anni, rischia di essere una goccia nell’oceano. Sulla falsariga di quanto hanno già fatto molti paesi del Nord Europa, bisogna allora avere il coraggio di definire un sistema di finanziamento strutturale per la presa in carico e la risposta alla domanda di cura delle persone non autosufficienti».
Infine si spiega che «Serve finalmente ripensare, innovare e qualificare l’insieme dei servizi
pubblici sul territorio garantendo strumenti universali ed efficaci finalizzati all’invecchiamento attivo, alla prevenzione e all’assistenza domiciliare e territoriale in un’ottica integrata anche grazie ad una reale sinergia tra il sistema pubblico, il terzo settore, la bilateralità contrattuale, il mutualismo».

Scarica il pdf: ADIGE Non autosufficienza 180224