13 ottobre 2017 – Trentino
«Occhio alla pausa caffè, si rischia davvero il posto»
L’appello dei sindacati dopo i controlli della Provincia: «La norma è severissima» Intanto i lavoratori sorpresi fuori ufficio dovranno preparare la loro difesa
Saranno chiamati presto dai dirigenti di riferimento per chiarire perché in occasione dei controlli interni non erano al proprio posto di lavoro, come risultava dal cartellino. Il Trentino ha dato notizia ieri di quattro dipendenti provinciali fuori regola, ma gli uffici provinciali hanno fatto sapere ieri che sono solo due le situazioni che potrebbero davvero comportare conseguenze per i lavoratori. Si tratta di impiegati di un ufficio del centro storico che in base alla legge Madia, recepita dal contratto provinciale rischiano la sospensione e (se non sapranno dimostrare la loro buona fede) anche il posto di lavoro. I fatti sono emersi nel corso di controlli di routine, effettuati dall’ufficio ispettivo interno all’amministrazione.
Di questi episodi ancora non sono stati interessati i sindacati che sul tema cartellino e pausa caffè hanno invitato i lavoratori alla massima prudenza e correttezza: «La legge è chiara ed estremamente severa» hanno detto tutti i responsabili della Funzione pubblica, da Maurizio Valentinotti (Fenalt) a Silvia Bertola (Uil) e Beppe Pallanch (Cisl). «L’appello è quello di seguire la norma con la massima attenzione, perché in caso di contestazioni si rischia il posto di lavoro».
In realtà per parlare di “furbetti del cartellino” ci vuole la volontà di truffare l’ente pubblico, cioè quello che i giuristi chiamano l’«elemento soggettivo». I dipendenti provinciali coinvolti in questa vicenda devono quindi sperare di convincere i propri superiori di aver agito in buona fede, in sostanza di aver dimenticato di timbrare il cartellino.
Ma quali sono le regole? Dal dicembre scorso (dopo l’entrata in vigore a livello nazionale della riforma Madia) i dipendenti provinciali possono godere di una pausa caffè di un quarto d’ora anche fuori dalla sede di lavoro per il “recupero delle energie psico-fisiche”. L’orario di massima per la pausa è tra le 9 e le 12, mentre nel pomeriggio deve passare almeno un’ora e mezza dal momento in cui è cominciata l’attività lavorativa. Il tempo trascorso fuori dalla sede di lavoro, in pausa, deve comunque essere recuperato nell’ambito della “flessibilità oraria mensile”. Ecco perché è fondamentale l’utilizzo del cartellino. Nel caso in cui un lavoratore supera i 15 minuti di pausa scatta il permesso orario. Per le pause caffè internet, negli uffici dove c’è un locale interno o un mini-bar automatico, non sono previsti limiti di tempo o altre limitazioni. Il controllo è affidato ai dirigenti.
Scarica il pdf: caffè ART 131017
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