Ospedale di Cavalese. La priorità deve essere garantire lavoratrici e lavoratori. Cgil Cisl Uil: con il partenariato si mettono a rischio le tutele degli addetti in appalto

 

Il partenariato pubblico-privato per il nuovo ospedale di Cavalese preoccupa i sindacati. Per Cgil Cisl Uil questa formula, infatti, non garantisce adeguate tutele a tutte le lavoratrici e i lavoratori degli appalti. Per questa ragione all’indomani dell’ultima discussione in Consiglio provinciale le tre confederazioni denunciano la gravità delle drammatiche ricadute che il ricorso a questo sistema potrebbe avere sulle tutele sociali garantite dalla legislazione provinciale. Tema che sembra non interessare nessuno. “Avevamo chiesto garanzie al Tavolo appalti nei mesi scorsi, ricevendo ampie garanzie. Garanzie che sono state del tutto disattese”, denunciano Maurizio Zabbeni, Michele Bezzi e Stefano Picchetti che rappresentano le tre sigle al Tavolo provinciale. Le linee guida assunte con deliberazione della Giunta provinciale, infatti, non richiamano in alcun modo le stazioni appaltanti a opportune e obbligatorie valutazioni sociali legate alle clausole sulla tutela occupazionale e delle condizioni di lavoro, economiche e normative”. Per questa ragione hanno chiesto, fino ad oggi inascoltati che “Le valutazioni di sostenibilità delle proposte presentate non si limitino esclusivamente a elementi tecnici ed economici, ma tengano conto obbligatoriamente anche delle garanzie da offrire alle lavoratrici ed ai lavoratori impiegati in servizi di varia natura”

Per l’ospedale di Cavalese, ma varrebbe ancora di più nel caso del nuovo ospedale trentino, non si sarebbe alcuna certezza di condizioni né di continuità occupazionale per le lavoratrici ed i lavoratori oggi impegnati nella manutenzione del calore, nella ristorazione, nelle pulizie dell’attuale ospedale. Non trattandosi di un cambio di operatore nella gestione di un appalto, verrebbero meno, infatti, tutte le clausole sociali. E il general contractor potrebbe operare garantendosi margini anche nei vari appalti privati nella gestione dei servizi oggi invece disciplinati dalle norme sugli appalti pubblici. “Nella prossima convocazione del tavolo appalti riaffermeremo la nostra contrarietà”, affermano Zabbeni, Bezzi e Picchetti, “chiedendo la modifica delle linee guida sul partenariato pubblico privato e ribadendo la necessità di ricorrervi solo nei casi in cui sia veramente efficace”. Se ancora una volta le criticità sollevate dal sindacato venissero ignorate Cgil Cisl Uil sono pronte a mettere in campo ogni azione per tutelare le lavoratrici e i lavoratori, anche la mobilitazione. “Inutile continuare a riempirsi la bocca nel dibattito politico della basse retribuzioni e del lavoro precario e povero, se poi la stessa politica gestisce la cosa pubblica alimentando la catena dello sfruttamento negli appalti”, concludono.