13 novembre 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
Ospedale diffuso,primi cittadini divisi:«Idea da declinare»«Modello positivo» Critici Pd e sindacati: «Mossa per fini elettoralistici»
Non piace per nulla a opposizioni e sindacati il modello dell’”ospedale diffuso” e il ritorno ai distretti sanitari. Due giorni fa la giunta Fugatti ha annunciato di voler riorganizzare l’Azienda sanitaria abbandonando il sistema operativo in vigore dal gennaio 2017, e le voci contrarie non si sono fatte attendere.
Sara Ferrari, per conto del gruppo Pd in Consiglio provinciale, sostiene sia «pericoloso il modello degli “ospedalini diffusi”: i vecchi distretti, le vecchie rassicuranti direzioni sanitarie, ogni ospedale che fa un po’ di tutto senza dover relazionarsi troppo con il resto del sistema». Questa decisione, prosegue Ferrari, «rischia di portare ad un abbassamento rilevante della qualità della sanità trentina». Proprio la gestione del Covid avrebbe dimostrato, secondo il Pd, «l’importanza di un sistema sanitario unico, capace di essere flessibile e di lavorare in rete, senza le barriere burocratiche di distretti e direzioni “verticali”». L’assessore comunale Paolo Zanella, che di professione fa il coordinatore infermieristico, si chiede se, «replicando il modello (fallimentare) del punto nascite in periferia per tutte le specialità, tornerà la scriteriata idea della neurochirurgia ad Arco». Invece di prendere le decisioni sanitarie facendosi guidare «da principi di appropriatezza, sostenibilità, qualità e accessibilità delle cure», prosegue Zanella, «si governa pensando al tornaconto elettorale. Da anni sostengo che l’acuto va centralizzato e vanno lasciate nelle periferie strutture post acuti, riabilitative e lungodegenze, oltre a punti di primo intervento e di gestione di bassa complessità».
Sbagliato tornare a politiche per la salute «fondate sugli ospedali», sostengono Cgil Cisl Uil: «così si peggiora la qualità dell’assistenza sanitaria ai cittadini, in particolare a quelli che abitano nelle valli».
Il sistema precedente, hub/spoke, «liberava risorse per prevenzione e medicina territoriale». Nel sistema della giunta Fugatti, invece, mancherebbe «un progetto su innovazione e teleassistenza», proseguono i segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. «Sembra quasi che alla Giunta interessi solo inseguire il consenso elettorale. Perché puntare ad un modello di assistenza sanitaria fondato sugli ospedali e sulla loro frammentazione penalizzerà tutti noi ed in particolare proprio gli abitanti delle valli. L’ospedale diffuso è infatti il contrario di quello che propone la Giunta. Si fonda invece sul coordinamento e la specializzazione dei diversi presidi ospedalieri per liberare risorse per le vere priorità: la prevenzione e la sanità territoriale, grazie alla riorganizzazione della medicina generale, alla promozione della salute e all’assistenza di prossimità fondata sulle nuove tecnologie».
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