29/6/2017 ore 15,30.

OSSERVAZIONI E RIFLESSIONI UIL del Trentino in merito al riordino delle partecipazioni nel settore del credito.

“Consultazione Prima Commissione permanente del Consiglio Provinciale di Trento con i soggetti istituzionali in ambito finanziario ed economico per approfondire la situazione del credito in provincia di Trento.”

Dichiarazione del Segretario Generale UIL del Trentino Walter Alotti:

E’ anni ormai che la situazione del credito in Trentino è molto critica, soprattutto nel comparto del credito cooperativo, dove numerose da anni sono le Casse Rurali che chiudono i bilanci in perdita. Nel 2016 ben 15 presentano una perdita cumulata di 50 milioni di euro e altre 21 riescono a galleggiare con un utile complessivo di soli 25 milioni di euro. Complessivamente il sistema del credito cooperativo nel 2016 chiude con una perdita di 25 milioni di euro (L’Adige 16 marzo 2017).

Il risparmio vincolato pluriennale dei trentini è sempre più convogliato fuori dal sistema bancario cooperativo ed anche fuori dal sistema bancario in generale (fondi di investimento, polizze assicurative, fondi pensione, ecc…), con quindi scarso ritorno sul territorio trentino. Problema segnalato anche di recente dalla Banca d’italia.

Permane tuttavia una consistente quantità di risparmio a breve sui conti correnti, in quanto mancano valide alternative di investimento. Le obbligazioni bancarie, visti i disastri delle 4 bad bank italiane e delle 2 bad bank venete, non sono viste più come una forma sicura di impiego e le obbligazioni statali rendono ancora troppo poco per allettare come alternativa.

Vi sono quindi, secondo noi, le condizioni per cui i risparmiatori trentini possano acquistare le quote di Mediocredito che la PAT dovrà dismettere in seguito alla uscita massiva obbligata degli enti pubblici dalle società che operano in ambiti di mercato (Madia). La scelta della PAT pare invece quella di favorire la confluenza di Mediocredito nel nascente gruppo cooperativo nazionale di Cassa Centrale Banca, che per nascere ha dovuto accettare una “trentinità molto diluita”, con il rischio, tra qualche anno, di perdere entrambe le banche, nel caso confluisca poi tutto nel gruppo cooperativo nazionale di Iccrea, molto più grande, con baricentro romano.

La regia pubblica provinciale avrebbe dovuto (ed è ancora in tempo per farlo) cercare prudentemente di fare da regista ad un passaggio della maggioranza delle quote di Mediocredito (53%) dagli enti pubblici ai cittadini trentini che così avrebbero avuto nuovamente una banca di proprietà. Nelle casse rurali ormai tutti i soci si sono resi conto quanto poco contino singolarmente. Il nuovo Mediocredito in mano ai risparmiatori trentini potrebbe finanziare finalmente gli investimenti economici delle aziende trentine, completando l’offerta di credito alle famiglie, terreno ormai dove si sono sostanzialmente sfilate le casse rurali, viste le perdite subite dalle avventure creditizie andate male con le imprese.

Scarica il pdf: prima commissione audizione partecipazione credito 29 giugno 2017