14 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
Partecipate, il tempo stringe
In settimana l’incontro fra sindacati e Provincia Si cerca di evitare la disdetta degli integrativi
Opposizione dura alla disdetta degli integrativi nelle società partecipate dalla Provincia, letta come «punizione» per non aver accettato il contratto unico per una dozzina di aziende e oltre 600 dipendenti. La mobilitazione proseguirà fino a venerdì 17, visto che l’incontro fra i confederali e il governatore Ugo Rossi avverrà proprio venerdì o forse già giovedì 16.
La mobilitazione è stata decisa dai delegati sindacali di tutte le sigle nell’ultima riunione. Il confronto, a cui hanno preso parte i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, è servito per fare il punto della situazione in vista dell’incontro con la Provincia. Il tempo stringe: la disdetta di tutti gli integrativi partirà dal primo gennaio.
Con la Provincia si spera di ragionare su alcune opzioni che evitino la disdetta: o riorganizzare le partecipate in due o tre poli, con altrettanti contratti di partenza; o di partire tutti da un contratto nazionale, ad esempio quello dei servizi; oppure di partire dal contratto delle autonomie locali, il che darebbe la possibilità di partire da un modello trentino e non nazionale. L’obiettivo dei sindacati è in ogni caso di non accettare la proposta di Piazza Dante, che parte da una testo lontano dai contratti nazionali di riferimento.
Cgil, Cisl e Uil per ora confermano il loro giudizio negativo sulla proposta di «contratto unico» la cui applicazione produrrebbe un peggioramento delle condizioni di impiego dei lavoratori. Ribadiscono che il confronto sulla regolazione del lavoro nelle società partecipate non può essere ispirato da una semplice volontà della proprietà di contenimento dei costi. Il confronto deve infatti essere orientato al miglioramento dei servizi offerti dalle società. Per i sindacati questa migliore efficienza potrà essere raggiunta solo dentro un quadro compiuto e operativo di riorganizzazione per poli delle società e di definitiva responsabilizzazione della dirigenza. Sul lato dei dipendenti l’attenzione deve concentrarsi una volta per tutte non tanto sullo strumento (il «contratto unico») quanto sugli obiettivi più volte ribaditi dai sindacati e cioè, la mobilità del personale, il reale coinvolgimento dei dipendenti dentro le organizzazioni, la valorizzazione delle competenze dei lavoratori attraverso una contrattazione collettiva trasparente e non attraverso erogazioni unilaterali e spesso inique attuate della dirigenza. Dentro questa cornice (una volta ritirata la disdetta) Cgil, Cisl e Uil confermano la disponibilità ad affrontare anche la questione del contratto di primo livello da applicare nell’ambito della riorganizzazione per poli delle società. È possibile individuare, tra quelli attualmente applicati, uno o più contratti di riferimento, previa garanzia della salvaguardia dei trattamenti in essere ai dipendenti mediante processi di omogeneizzazione, così come può essere utile la definizione di linee generali su cui innestare la contrattazione integrativa aziendale.
Scarica il pdf: partecipate ART 141117
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