29 luglio 2018 – Corriere del Trentino
Pensione e sanità integrative per i lavoratori edili Rinnovato il contratto nazionale. Cassa anche per le partite Iva. Cgil, Cisl e Uil soddisfatti
Dopo due anni di trattativa è stato rinnovato il contratto nazionale dell’edilizia. L’intesa, raggiunta nei giorni scorsi, da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil con Ance e Coop, dovrà ora essere sottoposta al vaglio dei lavoratori.
In Trentino il rinnovo riguarda circa 9000 addetti. «E’ un contratto più che soddisfacente –—commentano i segretari provinciali Sandra Ferrari (Fillea), Fabrizio Bignotti (Filca) e Matteo Salvetti (Feneal) –—in un settore come quello dell’edilizia che negli ultimi dieci anni ha subito una crisi epocale. Il rinnovo insieme ad alcuni segnali di timida ripresa fanno sperare in un’inversione di marcia».
Il contratto prevede un aumento a parametro 100 (operaio comune) di 55 euro (71,50 operaio specializzato), l’aumento di altri 2 euro (a parametro 100, che diventano 2,6 per operaio terzo livello) del contributo collettivo obbligatorio per la previdenza complementare che nel caso della nostra provincia sarà su «Laborfonds», cioè un aumento delle aliquote per sanità integrativa e di quelle per il Fondo prepensionamento. a totale carico delle imprese. Previsto anche un versamento per la costituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile. La scadenza del contratto è stata fissata al 30 settembre 2020, allineandola alla fine dell’anno Cassa edile. I sindacati trentini sottolineano il carattere innovativo dell’intesa sul piano del welfare integrativo. «È molto significativo l’accordo raggiunto per la costituzione di un fondo di sanità integrativa – dicono – la cui contribuzione sarà totalmente a carico delle aziende e doterà i lavoratori di una copertura ulteriore ad integrazione di quella prevista dal sistema pubblico».
Il «Fondo per l’assistenza sanitaria integrativa» opererà a favore di tutte le maestranze e degli impiegati. Sarà alimentato da un’aliquota totalmenteacaricodelleimprese complessivamente dello 0,60% che è poi a favore degli operai. Sarà poi versato in cassa edile su un minimo di 120 ore e da un contributo specifico dello 0,26% della retribuzione per gli impiegati.
Tra le novità più significative il potenziamento del «Fondo nazionale per il ricambio generazionale»: servirà a favorire il raggiungimento del pensionamento anticipato agli edili che abbiano i requisiti soggettivi individuati da apposito regolamento».
Le partite Iva, per la prima volta, potranno accedere alla Cassa edile.
I sindacati ora puntano all’applicazione del nuovo contratto a tutti i lavoratori del settore.
Scarica il pdf: edili ART 290718
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