Corriere del Trentino, Il T – 12 ottobre 2023

«Per Fedrigoni nessun impatto occupazionale»

TRENTO La recente notizia del ricorso alla cassa integrazione per la sede produttiva di Arco (180 dipendenti), oltre alla volontà di vendere i quattro stabilimenti trentini, ha mandato in agitazione molti operai Fedrigoni.
Anche per questo nella giornata di ieri i sindacati e le varie Rsu si sono confrontati con i vertici dell’azienda, in un incontro organizzato nella sede di Confindustria a cui ha preso parte persino l’assessore provinciale Achille Spinelli. «L’operazione di lease-back di Fedrigoni è un’operazione europea ed è estranea alla crisi del settore della carta», fanno sapere Norma Marighetti e Antonio Mele (Slc-Cgil), Lorenzo Pomini (Fistel-Cisl), Alan Tancredi e Claudio Zucchellini (Uilcom-Uil). In altre parole la cassa integrazione e la vendita degli stabilimenti non sarebbero collegati.
Da quanto trapela il lease-back avrà una durata di vent’anni (più dieci opzionabili) e dovrebbe essere concluso con un unico partner internazionale. Attraverso questa operazione finanziaria Fedrigoni otterrà liquidità dalla vendita degli immobili, continuando però a occuparli pagando un canone. «L’azienda — proseguono i sindacati — ha confermato che non ci sarà alcun impatto occupazionale e che il denaro raccolto servirà a fare i dovuti investimenti per sviluppare il gruppo e consolidare la propria posizione fra i maggiori attori del settore». Inoltre non si può escludere che alla scadenza del lease-back l’azienda non scelga di ricomprare gli immobili. Sempre stando a quanto riportato dalle sigle sindacali l’assessore Spinelli ha promesso che seguirà la vicenda da vicino, vigilando e accompagnando lo stato di avanzamento di tutta l’operazione.
«Ci siamo fatti promotori di un confronto attento per avere costantemente le informazioni che condivideremo con le maestranze, in un sistema di relazioni sindacali nazionali e territoriali certamente di buon livello», concludono Cgil, Cisl e Uil. Per quanto riguarda la cassa integrazione nello stabilimento di Arco invece, il periodo in cui si fermerà la produzione deve ancora essere definito. Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro tra l’azienda e i sindacati per fissare le date. La sospensione si è resa necessaria per la contrazione degli ordini di vendita, conseguenza di quello che è stato definito «un andamento economico generale negativo».

 

 

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