04 ottobre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

Per i disoccupati ecco i corsi per lavorare nel turismo

L’Ente bilaterale per il turismo organizzerà dei corsi di formazione di base per introdurre i disoccupati nel settore della ristorazione e della ricezione. Questo è l’esito dell’accordo siglato ieri tra Agenzia del Lavoro e l’Ente bilaterale, volto a favorire la riqualificazione di chi è rimasto senza lavoro in settori diversi da quelli del turismo. Plaude all’iniziativa il presidente dell’Ente bilaterale Walter Largher, sindacalista della Uil: «Organizzeremo corsi di qualità, chiedendo all’Agenzia del lavoro di segnalarci le persone motivate e interessate a un percorso lavorativo nel turismo. È un modo per rispondere alla carenza di personale». I corsi che saranno offerti resteranno distinti da quelli organizzati per i lavoratori e gli imprenditori già nel settore turistico. Largher ha sottolineato come questi corsi continuino ad avere uno scarso riscontro: «Notiamo che non appena qualche lavoratore frequenta un corso poi con il passaparola anche i colleghi lo seguono. Ma i numeri sono ancora modesti».
Sono circa un migliaio l’anno coloro che seguono i corsi su una platea di 20mila addetti. I corsi che raccolgono maggior interesse sono quelli di cucina e panificazione, ma l’Ente raccoglie i suggerimenti delle aziende, ha spiegato Largher: «Abbiamo inaugurato i corsi aziendali rivolti ai dipendenti e ai collaboratori familiari, ci spostiamo anche nelle valli. Vogliamo arrivare a organizzare corsi di cucina solo con prodotti trentini».
Vi è poi il capitolo della “spesa sociale” dell’ente che nel 2018 e 2019 ha ammontato a 165mila euro, spesi in sostegno economico per l’acquisto di protesi, come occhiali e plantari, oltre alla copertura delle malattie per oltre 180 giorni, all’estensione della maternità, al congedo parentale, al sostegno a figli con disabilità, alle lavoratrici madri. Anche qui, la risposta è modesta, ammette Largher: «Negli ultimi due anni abbiamo corrisposto 746 servizi di questo tipo, ancora troppo pochi». La ragione di questa scarsa fruizione sta nella mancanza di informazione, sottolinea Largher: «I dipendenti non sanno di pagare l’Ente bilaterale ogni mese con un piccolo esborso in busta paga. Abbiamo un fondo di 5 milioni di euro, vogliamo spenderli tutti».

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