l’Adige – 03 maggio 2023

Personale Rsa, situazione critica

Non tira una buon vento sulle Rsa del Trentino. I sindacati, infatti, vanno all’attacco (carenza di personale, contratto poco competitivo, fuga dei professionisti, qualità dell’assistenza) e accusano la Provincia e l’assessora Stefania Segnana: «Sollecitiamo da anni degli interventi per risolvere le tante criticità, e in cambio riceviamo tante parole ma nessun fatto. E ora l’assessora ci dice che non ci sono risorse».
Le varie sigle riportano la frase di Segnana: «Per un tavolo tecnico servono risorse e a fine legislatura non ce ne sono». E aggiungono che questa risposta è inaccettabile e che sono pronti ad adottare le misure di protesta più opportune qualora la risposta definitiva della Provincia sia questa.
Da piazza Dante, in risposta, arriva una nota nella quale si riferisce di «un confronto utile, durante il quale le organizzazioni sindacali, oltre ad avanzare le proprie richieste, hanno anche riconosciuto ed apprezzato gli sforzi messi in atto su più fronti dalla Giunta provinciale a sostegno del sistema delle Apsp trentine». L’assessora Stefania Segnana e il dirigente Giancarlo Ruscitti hanno ricordato che le responsabilità delle criticità sono attribuibili al Covid («Un percorso complesso, fortemente condizionato dall’emergenza Covid», «Abbiamo attraversato una tempesta perfetta durante la quale però abbiamo approvato alcuni provvedimenti a nostro avviso importanti, sia per il personale sia per le strutture, fortemente in difficoltà anche a causa della situazione creata dal Covid») e ha concluso dicendo che «mi impegnerò a verificare la disponibilità di ulteriori risorse da destinare al personale sanitario delle Apsp trentine». Come accennato di diverso tenore il “report” dell’incontro fornito dalle sigle sindacali. «Nel 2018, quindi prima del Covid – ha dichiarato Roberto Moser della Fenalt -la carenza di organico nelle 41 Apsp trentine provocava più di 15.000 rientri l’anno del personale da riposi e ferie per un totale di circa 100 mila ore. Oggi le cose sono addirittura peggiorate. Abbiamo chiesto all’assessore un più corretto inquadramento professionale per infermieri e fisioterapisti, la riqualificazione degli operatori socio-sanitari e soprattutto misure per aumentare l’attrattività del lavoro, come ad esempio, un contratto sanitario per evitare le fughe verso gli ospedali. Ma hanno risposto che non ci sono soldi. Poi abbiamo chiesto di rivedere il parametro fissato dalla Provincia fra numero di operatori e numero di assistiti e non possiamo pensare che malati di Alzheimer convivano con anziani autosufficienti. Ne va della qualità di vita di tutti. E non è pensabile che soggetti affetti da gravi problemi comportamentali possano convivere con anziani in cerca di tranquillità. Non sono rare le aggressioni anche a operatori». Molto delusi anche i segretari di Cgil FP Luigi Diaspro, Cisl FP Beppe Pallach e UIL FPL Marcella Tomasi: «Il settore è in forte difficoltà, soprattutto per il reperimento di personale infermieristico, e da tempo sollecitiamo l’assessorato senza risultati. La situazione vissuta all’Apsp Vannetti di Rovereto ne è il classico ed ultimo esempio: nella prospettiva di una nuova sede della Apsp non è stato implementato il personale necessario. Bisogna mettere urgentemente in campo scelte politiche strutturali nel tempo, che possano dare risposte e prospettive di sostenibilità ai futuri professionisti. L’assessora si è riservata una ulteriore riflessione per ulteriori eventuali incontri: noi siamo sempre disponibili ma, ad oggi, rileviamo la mancanza di prospettive concrete e soprattutto di risorse per affrontare le questioni poste. Registriamo anche un tentativo surrettizio di campagna elettorale, che ha avuto, peraltro, orecchie attente da parte dei novelli “pifferai magici”, mentre i lavoratori del settore sono sempre più in affanno per i continui aumenti di carico di lavoro».

 

Scarica il pdf: ADIGE Rsa ART 030523