02 giugno 2022 – Corriere del Trentino

Pianificazione, personale, servizi:la riforma di Gottardi non convince

TRENTO I nodi sono quelli già espressi dai sindaci nei giorni scorsi, ai quali si sono aggiunti i problemi del personale degli enti locali e della pianificazione territoriale. Nella tornata di audizioni in programma ieri mattina in prima commissione consiliare, l’elenco delle proposte di modifica legate alla riforma istituzionale firmata dall’assessore Mattia Gottardi si è allungato ulteriormente. Rafforzato dalle critiche dei consiglieri di minoranza.

La mattinata di confronto è partita con il Consiglio delle autonomie. Il presidente Paride Gianmoena che ha riassunto le critiche già note: dal «no» al presidente- sindaco fino ai dubbi sul nuovo dirigente. «Osservazioni pienamente condivisibili» hanno detto Ugo Rossi (Azione) e Pietro De Godenz (Upt). «Questa è una non riforma» ha rincarato la dose Rossi, ricordando il programma elettorale del centrodestra: «Per prendere i voti dicevano di abolire le Comunità di valle. Poi arriva la realtà». A ribadire le perplessità sono stati anche i sindacati, che si sono soffermati «sul vero problema: la carenza di personale», lamentando anche l’assenza di una concertazione con il sindacato «su un disegno di legge che ha l’ambizione di introdurre una riforma istituzionale». «La montagna ha partorito un topolino» ha osservato Marcella Tomasi (Uil).

Sulla questione della pianificazione si sono concentrati quindi sia gli ordini professionali che Italia Nostra. I primi hanno fatto il punto sul ruolo della Cpc (la Commissione per pianificazione territoriale ed il paesaggio della Comunità), fissando la prima osservazione: «La presenza di un membro esperto di nomina terza — hanno detto i presidenti di Architetti, Ingegneri e Agronomi Marco Giovanazzi, Francesco Misdaris e Claudio Maurina — può garantire autorevolezza e trasparenza all’operare della Cpc. Quanto previsto dall’articolato al contrario ipotizza una Cpc di nomina esclusiva delle amministrazioni comunali: tale commissione sarebbe quindi sostanzialmente un duplicato delle Cec (la Commissione edilizia comunale, ndr ) e sarebbe quindi poco utile». Ma il componente esperto deve avere «una qualifica comprovata da criteri oggettivi prestabiliti». E i pareri della Cpc devono rimanere obbligatori.

Duro Beppo Toffolon di Italia Nostra, che ha definito «ambigue» le Comunità di valle. E ha prospettato un ritorno alla pianificazione comunale e provinciale. Sulle Cpc, l’ambientalista ha rilevato «la presenza di politici nelle commissioni tecniche, in contrasto con le norme nazionali».

Un via libera alla riforma è arrivato invece dagli imprenditori. «Bene il mantenimento dell’ente intermedio e il ruolo assegnato ai sindaci» ha detto il segretario del coordinamento imprenditori Roberto Pallanch. Il quale ha auspicato «che Comuni e Comunità di valle creino un clima favorevole alle imprese anche rendendo omogenee le norme e le procedure».

 

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