PIANO TRILINGUE A SCUOLA & altro
UIL: “alla Buona Scuola assicuriamo verità e un po’ di sano buon Senso.”
Dopo gli annunci di alcuni giorni fa, sintetizzati nei titoli della stampa locale con un “1122 docenti stabilizzati, molto di più del nazionale” – “un altro tassello all’entrata a regime del clil”, siamo andati a riprendere in mano i dati dei pensionamenti dal 2014 ad oggi e i comunicati del marzo 2015 [ne abbiamo ripreso anche il titolo]. Sorprendenti i rilievi e le osservazioni che ponemmo al Presidente sia in ordine alle stabilizzazioni, sia in ordine al cosiddetto “piano trilingue”.
1122 docenti stabilizzati: un numero apparentemente importante, giunto a seguito della pronuncia della Corte di Giustizia europea.
Se proviamo a sottrarre tutti i docenti andati in pensione nel medesimo periodo, dovremmo osservare come gli insegnanti in organico di diritto, da allora ad oggi, siano aumentati di ben poche decine di posti. Se poi differenziassimo gli immessi in ruolo tra vincitori dei nuovi concorsi ordinari banditi e docenti inseriti nelle Graduatorie Provinciali (vincitori di concorsi per titoli), dovremmo ammettere che gli insegnanti “effettivamente stabilizzati” sono ben pochi.
Quanto agli investimenti fatti dalla Amministrazione provinciale, è necessario ricordare come lo sforzo economico relativo a qualche centinaio di stabilizzazioni effettuate, uno sforzo pari a 1,5 / 2 milioni di euro, sia stato caricato interamente sulle spalle di tutti gli insegnanti attraverso il famigerato accordo di luglio 2014. Il ricordo diventa poi doloroso se raffrontiamo quelle risorse con quanto stanziato oggi per le sole funivie dell’Alta Val di Sole.
Ad ogni buon conto: consultiamo le graduatorie provinciali ancora vigenti e quelle di Istituto e chiediamo a tutti i docenti precari, abilitati e non, con ben più di 3 anni di contratti a tempo determinato alle spalle, se quanto fatto a livello provinciale è stato abbastanza.
Norma di attuazione. Da quasi un decennio tutte le Organizzazioni sindacali stanno chiedendo la stabilizzazione del cosiddetto precariato storico: dal 2011 la UIL ha più di 250 insegnanti in ricorso, presentato al Tribunale di Trento. Quanto abbiamo richiesto, a livello unitario, lo ha già fatto Bolzano, senza necessità di norme di attuazione particolari: dallo scorso anno nel vicino Alto Adige immettono in ruolo il personale inserito nelle loro graduatorie.
Nel contempo si è mosso il governo nazionale. E’ del 13 aprile il decreto legislativo su formazione e ruoli dei docenti. Una norma che si avvicina e, in parte, accoglie le legittime aspirazioni dei colleghi precari. Viene istituita una disciplina transitoria per il reclutamento del personale docente: esaurimento delle graduatorie provinciali e percorsi riservati per chi ha maturato esperienza professionale. A questo punto una norma di attuazione, magari a carattere “autonomista”, non appare più di necessità ed urgenza.
Il trilinguismo a scuola. Sono passati due anni dalla introduzione a scuola del “piano trilingue”. Ad oggi, cosa abbiamo potuto constatare?
Nel rendere onore e merito alle decine di insegnanti vincitori di concorso sulle lingue straniera, che ai propri titoli culturali hanno aggiunto anche le competenze linguistiche, dobbiamo osservare come, in particolare modo nella Scuola Primaria, si stia assistendo alla progressiva sostituzione di maestri e maestre su posto comune, con insegnanti selezionati esclusivamente in ragione della loro perfetta conoscenza di una lingua straniera.
Nel contempo, l’Amministrazione ha previsto l’inserimento negli elenchi del personale da utilizzare su clil anche dei docenti non abilitati.
Prima si lanciano strali contro le stabilizzazioni dei docenti non abilitati, a loro è stata negata persino la possibilità di partecipare ai concorsi, e poi se ne permette l’utilizzo per il clil.
Senza dimenticare poi che con la legge provinciale di assestamento al bilancio, sia stata introdotta, con una norma di dubbia legittimità costituzionale, la possibilità di contrattualizzare nelle Scuole, personale madrelingua privo di titoli per l’insegnamento (equipollenza). Insomma: basta saperne di tedesco o di inglese e tutto passa in secondo ordine.
Solo tra qualche anno potremo verificare quanto e come abbia inciso il “piano trilingue” sulle competenze disciplinari raggiunte dai nostri ragazzi, in uscita dal percorso di istruzione e formazione. I timori restano moltissimi, in aumento rispetto ai rilievi posti due anni fa.
La Scuola Primaria, in particolare, è stata (s)travolta dalla iniziativa di questa maggioranza: precocemente trasformata in Secondaria a tutti gli effetti. Oggi assistiamo a classi prime elementari con 5 / 6 insegnanti, con lezioni che durano 45 – 50 minuti, con orari spezzatino per poter inserire nelle teste dei nostri bambini di tutto e di più. E’ questa la scuola che vogliamo?
Ci si rende conto della straordinaria distanza creata, per un nostro bambino, tra il mondo e il clima della Scuola dell’Infanzia (quella italiana è un gioiello a livello europeo / mondiale) e quello di una siffatta Scuola Primaria? Numerosissimi insegnanti, ritmi frenetici, fino a 9 ore settimanali di lingua straniera a fronte di sole 5 ore di italiano o di matematica. E’ questa la scuola che vogliamo?
Gli Istituti si affannano, anche in considerazione della esiguità delle risorse, nel tentativo di rispettare previsioni normative volute da chi di Scuola, coi suoi preziosi e delicatissimi meccanismi che stanno alla base della relazione insegnamento / apprendimento, ne sa poco. A loro il compito di armonizzare finalità e obiettivi disciplinari, inseriti nel piani di studio provinciali, e monte ore clil sia in tedesco, sia in inglese. E’ questa la scuola che vogliamo?
La UIL aveva chiesto al Presidente Rossi, ed era marzo 2015, di prestare molta attenzione: la sua giunta provinciale stava compiendo l’ennesima invasione di campo dell’Autonomia della Politica nei confronti dell’Autonomia scolastica. Si era chiesto di non imporre la veicolarità attraverso delibera provinciale, ma di rimandare alle scelte delle singole Istituzioni scolastiche come ampliare l’offerta formativa sulle lingue comunitarie. Ogni singolo Istituto doveva e deve essere lasciato libero di individuare e predisporre, in relazione al proprio contesto – alle risorse e alle competenze professionali disponibili, le strategie e i metodi più opportuni per il perseguimento degli obiettivi generali fissati dalla politica provinciale, pena il rischio di affossamento del progetto stesso.
Tra l’altro i dati offerti dalla ricerca pedagogica nazionale e internazionale non sono affatto univoci, circa l’utilizzo della veicolarità. Alcuni studi metterebbero in guardia sul fatto che il CLIL potrebbe presto o tardi produrre vere e proprie carenze formative nelle stesse discipline veicolate.
“A fronte di annunci relativi a roboanti progetti di innovazione didattica, in vero più di facciata che sostanziali, si sono dovute rilevare forzature burocratico – amministrative, peraltro di scarsa efficacia e di dubbia efficienza. Lo stesso progetto Trentino trilingue, per il versante propriamente scolastico, ha subito non poche incertezze, a tratti delle battute d’arresto”. Così si è espresso il segretario generale della Uil del Trentino, Walter Alotti, all’interno di una più ampia riflessione sugli interventi programmati nella Legge di Assestamento del Bilancio provinciale.
La riforma della Scuola si deve fare con il consenso e con il contributo dei dirigenti, degli insegnanti, del personale ata. Si vada negli istituti scolastici e si chieda ai lavoratori come vivono, quali difficoltà incontrano nella quotidianità: se i ragazzi riescono a star bene e ad apprendere in un buon clima relazionale, lo si deve esclusivamente alle persone che tutti i giorni sono nelle aule scolastiche.
Siamo un po’ “stanchini” di slogan vuoti e, a volte, privi di elementi oggettivi [Folgarida – Marilleva: la vittoria della imprenditoria trentina. – Migliaia di assunzioni, molto di più del nazionale. – …]. Chiediamo massima cura per la Scuola e rispetto per il personale che vi opera. Per questo la UIL annuncia l’avvio di una inchiesta, scuola per scuola, sull’impatto delle riforme – iniziative introdotte nell’ultimo triennio. Dalle risorse in organico, ivi comprese quelle indirizzate agli alunni con bisogni educativi speciali, alla relativa organizzazione interna alle scuola, dalla durata delle unità di lezione alla definizione degli orari settimanali per gli studenti.
Scarica il pdf: Trilinguismo&Co COM130817
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