l’Adige – 21 giugno 2022

Più assunzioni e più precari. Cgil, Cisl e Uil avvertono: attenzione anche ai salari

TRENTO -A marzo, le assunzioni hanno registrato un +62,3% in confronto allo stesso periodo del 2021, attestandosi a quota 33.200. Rispetto al 2019, l’incremento è stato del 25,3%. Cresce anche il trend delle cessazioni con un aumento del 20,4% rispetto al 2019, mentre risulta negativo il saldo occupazionale, che nel terzo mese dell’anno risente dell’andamento stagionale del comparto turistico.
Sono alcuni dei numeri usciti dall’ultimo bollettino sul mercato del lavoro in Trentino, elaborato dall’Agenzia del lavoro di Trento. I dati spiegano in un documento Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher, che per seguono le politiche occupazionali rispettivamente per Cgil, Cisl e Uil indicano che l’aumento delle cessazioni è riconducibile alla chiusura della stagione turistica invernale. Secondo Cgil, Cisl e Uil del Trentino si collegano anche alle tipologie contrattuali. «Il mercato del lavoro nel primo
trimestre di quest’anno ha dato chiari segnali di ripresa, ma siamo ancora di fronte ad una ripresa fragile. A crescere sono soprattutto i contratti a chiamata e quelli di somministrazione», spiegano.
A marzo si registra comunque un recupero dei contratti a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 5.998 a 5.885 (-1,9%), con un balzo delle forme di lavoro instabili e precarie. I contratti a chiamata passano da 2.105 del 2019 a 2.426 (+15,2%), i contratti in somministrazione passano da 2.598 a 3.085 (+18,7%). «Le forme di lavoro instabili e precarie incidono in modo pesante anche sulle condizioni retributive delle lavoratrici e dei lavoratori. Il tema dei bassi salari anche in Trentino va affrontato con determinazione, rilanciando la contrattazione e usando i contributi provinciali per sostenere la contrattazione di secondo livello», concludono i sindacalisti.

 

Scarica il pdf: ADIGE lavoro ART 210622