l’Adige – 14 febbraio 2024
Pnrr ridotto a 1,1 miliardi. Dal Superbonus 382 milioni
Pnrr in Trentino. L’assessore allo sviluppo economico, Achille Spinelli, vede il bicchiere mezzo pieno: «La stima (al ribasso) delle risorse assegnate ad enti privati mette in luce» ha detto ieri l’altro al tavolo di confronto con le parte sociali sullo stato di attuazione (l’Adige di ieri, ndr) «il positivo interesse di questi soggetti rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza: a gennaio 2024 è stato raggiunto il valore complessivo di 457,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 31,5 milioni di euro stimati nel giugno 2023». Il sindacato, invece, vede il bicchiere mezzo vuoto: «Una sforbiciata di circa 800 milioni di euro al Pnrr trentino» denunciano Cgil, Cisl e Uil «È l’effetto prodotto sul nostro territorio dalla revisione che il governo Meloni ha condotto sul Pnrr».
La portata del nuovo Pnrr.
Quanto ai volumi delle risorse, l’aggiornamento ha visto l’esclusione dei 930 milioni per il bypass ferroviario di Trento e la scomparsa di 67 milioni di finanziamenti agli enti locali (da 239,2 a 172,2 milioni) che si spera di recuperare con il nuovo contratto di programma tra governo e Rfi e, per i comuni, con l’annunciato “Decreto Fitto”. Spinelli, nella logica del bicchiere mezzo pieno, spiega che «il quadro aggiornato e al netto delle misure in uscita, porta la stima delle risorse del Pnrr assegnate al Trentino a quota 1,1 miliardi di euro (dall’1,68 previsto, ndr), nonostante le voci relative al bypass siano passate di competenza ad Rfi». Il sindacato è però preoccupato. «In questa fase» annotano i tre segretari Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) è necessario ottenere certezza che le opere e i progetti previsti e in parte già avviati siano finanziati. In ballo c’è la realizzazione del bypass ferroviario su Trento e con esso la bonifica dei terreni inquinati di Trento nord. È una partita cruciale per il nostro capoluogo e, dunque, alle promesse verbali devono seguire stanziamenti precisi. Lo stesso vale per le numerose opere messe in cantiere dagli enti locali trentini che adesso non sono più coperte dal Pnrr. È importante che in questa fase la giunta provinciale presidi le scelte del governo perché le risorse arrivino sul nostro territorio»
Il peso del Superbonus.
Complessivamente, il “nuovo” Pnrr assegna al Trentino 530,76 milioni per la Missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica, 47,96% del totale), 194,99 milioni per la Missione 4 (Istruzione e ricerca, 17,62%), 166,36 milioni per la Missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, 15,03%), 119,91 milioni per la Missione 6 (Salute, 10,83%) e 94,67 milioni per la Missione 5 (Inclusione e coesione, 8,55%). Il governo Meloni esulta per aver cancellato il Superbonus. La giunta Fugatti riconosce invece che la maggiore disponibilità di dati provenienti dal mondo del privato, rispetto al passato, riguarda in particolare il Superbonus che rappresenta, con 1.634 progetti conclusi, oltre 382 milioni di euro. Ma per il sindacato c’è poco da esultare: «Se la gran parte dei 457 milioni è riferita alla misura del 110%, vuol dire che non si compensa la carenza di risorse per progetti di infrastrutturazione, sviluppo e consolidamento del nostro territorio, sprecando un’occasione importante». La Provincia, stando a quanto comunicato dal governo, rileva che sono 120 i progetti beneficiari del “tax credit” per le strutture ricettive, pari a quasi 23 milioni di euro, di cui 18,9 milioni credito di imposta e 4 milioni di contributo a fondo perduto.
Al tavolo di confronto, il dirigente del dipartimento salute e politiche sociali, Giancarlo Ruscitti, ha rassicurato sul fatto che non sono previste riduzioni di finanziamento su ospedali e case di comunità, che hanno anzi ottenuto contributi aggiunti alla luce dei progetti di fattibilità prodotti. Sono stati avviati 19 progetti su 20 in materia di servizi sociali, disabilità e marginalità sociale. Confermata la realizzazione di 10 case della comunità (31,22 milioni, di cui 14,99 dal Pnrr), di 5 centrali operative territoriali (846.500 euro, tutti da Pnrr) e di 3 ospedali di comunità (10,03 milioni, di cui 8,18 dal Pnrr). Una buona notizia, per Grosselli, Alotti e Bezzi, che però chiedono «quali funzioni di medicina e assistenza territoriale portare dentro queste strutture per migliorare i servizi sul territorio». Al tavolo, con Enrico Zaninotto, è stato fatto anche il punto sul programma Gol (Garanzia occupabialità lavoratori). Nel merito, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono la necessità di «investire sulla riqualificazione delle condizionalità per tutti i soggetti che percepiscono un sostegno pubblico».
Scarica il pdf: ADIGE Pnrr 140224
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