Pnrr. Serve trasparenza e coinvolgimento sulle risorse e sulle priorità per il Trentino
Cgil Cisl Uil: la Giunta continua a sottrarsi al confronto con le parti sociali, mentre ad oggi al nostro territorio sono destinati fondi insufficienti. Il rischio è quello di non cogliere un’occasione irripetibile
“Sulle risorse assegnate al Trentino dal Piano nazionale di resistenza e resilienza non c’è ancora adeguata chiarezza e manca un vero coinvolgimento degli attori economici e sociali. Si rischia così di non cogliere appieno un’occasione storica, irripetibile non riuscendo ad attrarre sul nostro territorio risorse adeguate su alcuni importanti investimenti. Ad oggi le cifre apparse sulla stampa locale o emerse a seguito di interrogazioni in Consiglio provinciale sono al di sotto delle attese e dunque assolutamente insufficienti”. Lo dicono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil che su priorità, progetti e risorse legate al Pnrr da tempo hanno chiesto alla Giunta provinciale di aprire un tavolo di discussione. Fino ad oggi, però, l’Esecutivo si è sottratto ad ogni forma di confronto, scegliendo di imboccare una strada opposta rispetto a quanto definito a Roma tra Governo e parti sociali. “Si sta giocando una partita cruciale per lo sviluppo futuro della nostra terra. Per questo serve maggiore trasparenza sul confronto tra la Giunta provinciale e il Governo riguardo i fondi europei. Sulla stessa entità di risorse si inseguono balletti di cifre, ma tutto è ancora molto incerto”, incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che fanno notare che potrebbero essere destinati alla provincia anche più di due i miliardi di euro. “Siamo certi che le strutture della Provincia stiano lavorando con il massimo impegno per portare in dote al nostro territorio quante più risorse possibili ma, oltre al punto fermo dei 950 milioni di euro per il passante ferroviario di Trento e ai 42 milioni sulle politiche attive del lavoro solleccitati anche da noi sindacati, il quadro non è ancora chiaro”.
A preoccupare i sindacati è l’esiguità di risorse destinate ad oggi alla sanità, ed in particolare, all’assistenza e alla medicina territoriale, ma anche ad altre fondamentali partite come il capitolo dell’innovazione nel sistema economico e quelli della transizione ecologica, della manutenzione del territorio e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. “Bisogna quindi aprire subito un confronto con le parti sociali ed economiche su questi temi e bisogna farlo urgentemente prima che tutto sia definito”.
Trento, 6 ottobre 2021
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