Trentino – 05 novembre 2022
«Pochi, malpagati e trascurati» La rabbia degli infermieri in piazza
TRENTO. «Siamo stremati e siamo pochi, troppo pochi. Non è solo una questione di soldi ma di vita, di qualità della vita. Parliamo della necessità di conciliare i tempi del lavoro, che è soprattutto passione, con quelli della famiglia. Così non si può andare avanti». Non sono parole di un copione, non è una sceneggiatura. Sono parole sentite quelle di Elena, infermiera a Trento. Forse la rivedremo l’11 novembre in piazza, al sit-in organizzato dai sindacati di categoria. Ci sono Fp Cgil, Cisl Fp, Fenalt, Uilfpl e Nursing Up.
Massimiliano Frapporti, infermiere al pronto soccorso di Rovereto e delegato della Cisl Fp: «Noi stiamo cronicamente in carenza di organico. Il carico di lavoro è aumentato. Si continua a far saltare i riposi. In pronto soccorso c’è carenza di operatori di supporto e questo si traduce in superlavoro per noi e in disservizi per i cittadini». «C’è bisogno di umanità. Serve una sanità più umana, perché così non si regge. Per questo scendiamo in piazza. Per questo venerdì 11 parteciperemo al presidio davanti al Palazzo della Provincia, in piazza Dante a Trento. Così Beppe Pallanch, segretario della Cisl Funzione pubblica. Il suo, assieme a quello dei colleghi ma soprattutto assieme a quello degli operatori del settore, è un grido alla finestra della giunta provinciale. Un presidio che durerà dalle 14 alle 16. Si tratta del primo atto di una serie di azioni volte ad ottenere maggiori tutele contrattuali. La finestra sotto cui si urlerà sarà quella del governatore Maurizio Fugatti, anche se idealmente sarà anche quella dell’assessora alla salute Stefania Segnana e del direttore generale dell’Apss Antonio Ferro. Sono le finestre della politica e della politica sanitaria che dicono i rappresentanti dei lavoratori sembrano fatte col doppio vetro, con protezioni acustiche per non sentire le ragioni dei lavoratori del sistema trentino della sanità.
Parliamo di circa 7000 persone, fra infermiere, Oss, tecnici e assistenti di laboratorio e amministrativi (in questo caso non si conteggiano i medici). Gli fanno eco Luigi Diaspro (Fp Cgil) e Giuseppe Varagone (Uil Sanità) ma, come detto, in strada ci saranno anche i sindacati autonomi.
Il volantino dei sindacati è eloquente: «Mentre per questa giunta e questo assessore va tutto bene, chi lavora quotidianamente in sanità sa benissimo le difficoltà che è chiamato ad affrontare ogni giorno. Mai come in questo periodo lavorare in sanità è diventato insostenibile». E ancora: «Le rassicurazioni della giunta sono fumo negli occhi, non si vuole riconoscere quanto sta accadendo nella sanità trentina. Le dimissioni di personale in Apss sono recentemente raddoppiate. Servono nuove assunzioni tramite concorsi ma anche attraverso la stabilizzazione dei tempi determinati assunti in questo difficile periodo. Sono aumentate le giornate di malattia dei dipendenti, sintomo chiaro di carichi di lavoro e stress notevoli e prolungati, oltre che di un malessere diffuso.
Sono aumentati gli straordinari e i rientri dai riposi per fare fronte alle falle organizzative, consegnando i dipendenti ad una qualità di vita pessima. Oltre 100 infermieri iscritti all’Ordine di Trento hanno deciso di lavorare all’estero, dove sono meglio retribuiti ed accolti. Anche il personale Oss una volta attirato dall’Apss adesso si dimette».
Si fa notare che sul nostro territorio abbiamo una presenza di 7,5 infermieri ogni 1000 abitanti, a fronte dei 9 mediamente presenti in Europa, dove nelle nazioni più evolute si arriva anche a 12-13. «Nei prossimi 8/10 anni oltre 1000 professionisti sanitari andranno in pensione e così, in percentuale, anche il personale tecnico amministrativo. Bisogna fin da ora organizzarsi impostando una politica del ricambio generazionale».
Poi si parla delle fughe dei pazienti in altre regioni d’Italia: «La sanità trentina in assenza di adeguati investimenti, continua a perdere terreno, prova ne sia che il 28% dei malati oncologici trentini ha scelto di farsi curare fuori provincia». I sindacati – dice Diaspro (Cgil) chiedono un piano straordinario di assunzioni e un piano di programmazione». Tradotto: la Provincia dovrebbe metterci più soldi e spiegare se ha una strategia per il futuro.
Scarica il pdf: TRENTINO sanita ART 051122
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