L’Adige – Domenica 8 Dicembre 2024

Politica e affari, centinaia in piazza: «Dobbiamo ripristinare la legalità»

 

La manifestazione della società civile. Grosselli (Cgil): «Gli amministratori coinvolti facciano un passo indietro»

RIVA DEL GARDA – Alla chiamata non ha risposto la gente ma il popolo del centrosinistra, quello impegnato, quello dell’associazionismo, dei comitati e dei sindacati. Trecento circa le persone in piazza Tre Novembre.

Erano state Acli, Anpi Arci, Cgil, Cisl e Uil a indire per ieri mattina il presidio per la legalità sotto gli uffici della sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi (Lega), indagata e con obbligo di dimora nell’ambito dell’inchiesta tra politica e affari messa in luce negli ultimi giorni.

Tra bandiere sindacali e striscioni erano presenti gli esponenti del Pd benacense, Adalberto Mosaner (ex sindaco) in testa, assieme a Gabriele Bertoldi, Alessio Zanoni e Tiziano Chizzola; il segretario del Pd di Arco, Elia Bombardelli, con l’assessore Gabriele Andreasi, ma anche la deputata Sara Ferrari e la consigliera provinciale Michela Calzà. C’erano i vecchi di Democrazia proletaria – Solidarietà da Paolo Tonelli, ora vicepresidente della coop Arcobaleno, a Roberto Pinter, già vicepresidente del Trentino; e poi Lucio Matteotti, Matteo Ruffoni, Andrea Matteotti già candidato sindaco M5s per Riva, esponenti di Onda; e ancora Marina Bonometti, Augusto Tamburini, Chiara Dossi, Nino Mazzocchi, Elisabetta Montagni, Angioletta Maino, Mauro Grazioli, Pietro Bertoldi…

Mario Cossali (Anpi) ha parlato per primo mettendo sull’avviso che «questo sistema, che vuole rapinare il territorio, c’era prima e ci sarà anche dopo» e si avvale «della collaborazione silenziosa e della minaccia, non come la ’Ndrangheta ma comunque minacce serie alle persone. La politica dovrebbe essere a servizio del bene comune e non di pochi e la mobilitazione di oggi ha il significato di una risposta pronta e immediata ma deve continuare tutti i giorni. Non dobbiamo lasciare a loro lo spazio per costruire i loro piccoli sotterfugi che diventano i loro grandi furti al bene comune: nessuna collaborazione con queste persone che stanno rapinando il nostro territorio qui nel Basso Sarca come in altre valli del Trentino».

Della necessità di «non stare in silenzio» ha parlato anche Michele Bezzi (Cisl) che ha aggiunto che «i cittadini hanno il diritto e il dovere di salvaguardare il bene comune» senza scoraggiarsi e cercando di trovare persone degne per la politica.

«Abbiamo un problema gigantesco e generalizzato di classe dirigente in Italia nella politica come nell’imprenditoria – ha detto Andrea La Malfa (Arci) – una classe poco acculturata, senza fantasia né visione di futuro. Una classe dirigente triste e che segna il declino del Paese. Sarebbe semplice e comodo dire che non ci rappresenta ma sarebbe falso» e ha ricordato l’evasione fiscale e il potere mafioso. «Ci sembra gratis questo tipo di politica ma la paghiamo in efficienza e interessi privati che sopravanzano quelli pubblici».

«Una bella reazione qui a Riva – ha detto Walter Alotti (Uil) – con gente che viene da Trento, Rovereto da tutto il Trentino e questo è un buon segno. Dobbiamo mantenere alta la guardia nel tempo e come sindacati abbiamo anche questo compito. La disattenzione dei cittadini, che si muovono solo se toccati personalmente, è uno dei punti critici della nostra società». Ha concluso sottolineando come il modello economico vada cambiato.

«Quando gli interessi privati vengono messi davanti a quelli pubblici – ha detto Andrea Grosselli (Cgil) – quando la speculazione diventa il motore dell’economia, non si crea valore aggiunto, né retribuzioni adeguate, né infrastrutture sociali. I politici devono rispondere ai cittadini, per amministrare non basta essere onesti, si deve anche essere lungimiranti per affrontare al meglio le grandi sfide. Serve una politica coraggiosa che non sia piegata agli interessi privati».

Il presidente delle Acli, Walter Nicoletti, ha posto l’accento sul nemico da sconfiggere che è «l’indifferenza di fronte a quello che succede in valle di Cembra come nell’Alto Garda; serve un’informazione buona che faccia inchieste coraggiose e serve formazione politica perché amministrare non vuol dire cementificare; siamo alla fine di un ciclo e occorre rilanciare avendo una nuova visione del Trentino».

Infine Elisabetta Montagni del comitato Salvaguardia area lago di Riva: «Quello che facciamo come comitato è quello che dovrebbe succedere: unirsi per fare buona politica. Siamo l’esempio di come si può fare politica anche senza essere eletti».

 

Scarica il pdf: ADIGE ART legalita 081224