Politiche del lavoro, confronto non più rinviabile Cgil Cisl Uil scrivono all’assessore Spinelli. “A livello nazionale già assunte decisioni. Indispensabile discutere come impiegare le risorse del Pnrr”
La difficoltà a reperire lavoratori evidenziata in questi giorni anche sulla stampa locale dal mondo delle imprese si gestisce rafforzando le politiche attive del lavoro, con formazione e riqualificazione, investendo sul potenziamento dei centri per l’impiego. Tutti strumenti che possono accorciare la distanza tra domanda e offerta di occupazione. In questo quadro, anche alla luce dell’importante quantitativo di risorse che il Pnrr stanzia sulle politiche del lavoro e che in Trentino dovrebbero ammontare a circa 50 milioni di euro, e delle recenti scelte assunte a livello nazionale in accordo con gli assessorati regionali/provinciali competenti non è più rinviabile l’avvio di un confronto con le parti sociali. Lo ribadiscono i rappresentanti di Cgil Cisl Uil nel cda di Agenzia del Lavoro, Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi con una lettera inviata ieri all’assessore Achille Spinelli, al presidente di Adl, Riccardo Salomone ed alla direttrice Stefania Terlizzi. Una prima sollecitazione in questa direzione era stata inviata dalle tre confederazioni ancora nel marzo scorso, ma non aveva ottenuto alcun riscontro. “Con la ripresa economica in atto e con le transizioni – tecnologica, digitale ed ambientale – dei processi produttivi, è assolutamente urgente gestire con strumenti nuovi e maggiormente efficaci le dinamiche del mercato del lavoro – dicono i tre sindacalisti -. Le questioni in ballo sono molte e tutte rilevanti, dalla riforma degli ammortizzatori sociali all’implementazione dei nuovi strumenti di politiche attive che devono necessariamente raccordarsi con le misure di sostegno al reddito per i disoccupati. C’è da comprendere e, speriamo anche condividere, come la Giunta intende indirizzare le risorse del Pnrr”.
Tra le priorità dei sindacati c’è sicuramente un piano di formazione straordinaria. “Abbiamo più volte ripreso la necessità di definire un sistema di apprendimento permanente che si proponga l’obiettivo di innalzare i livelli di istruzione, di migliorare e riqualificare competenze e conoscenze, a partire dai soggetti più deboli. Questo significa anche determinare uno stretto collegamento con il contesto del mercato locale e quindi la possibilità di attivare percorsi di formazione anche sulla base di bisogni rilevati territorialmente”, insistono. Serve, in tal senso, una seria raccolta dei fabbisogni formativi delle imprese e dei settori, individuare conseguenti percorsi formativi coerenti, individualizzati e collettivi, con specifici strumenti di condizionalità che conducano i disoccupati ad occupazioni di qualità, con retribuzioni eque e rapporti di lavoro dignitosi. Allo stesso tempo sarebbe opportuno che le stesse imprese facessero uno sforzo maggiore per qualificare e formare i lavoratori.
Altro nodo critico che attende risposte dalla Provincia è il potenziamento dei centri per l’impiego. A livello nazionale si parla di 11.600 nuove assunzioni; al momento in Trentino c’è stato solo un piano di stabilizzazione, nessun aumento della pianta organica da anni sottodimensionata. “Invece è necessario rafforzare con risorse umane nuove e qualificate i centri per l’impiego, ma anche riqualificare il personale che oggi vi opera perché dovrà essere in grado di gestire i nuovi strumenti. Anche su questo chiediamo impegni certi a Piazza Dante”, concludono Zabbeni, Pomini e Tomasi.
Trento, 3 settembre 2021
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