12 luglio 2019 – Corriere del Trentino
Portinerie d’ateneo, ancora alta tensione. Confermato lo sciopero di lunedì. Bisesti tenta la via della mediazione
Il risparmio per i bilanci è residuale. È un cambio sostanziale viceversa per chi lo soffre. Per qualcuno dei 54 lavoratori addetti al servizio di portineria dell’università di Trento si tratta di tagli che, in alcuni casi, arrivano anche al 45% del salario prima percepito (nella migliore delle ipotesi mille euro al mese). È con queste premesse, laconiche, che la comunità accademica non retrocede e fa quadrato attorno ai colleghi oggi alle prese con un cambio appalto che porta con sé condizioni — quantomeno contrattuali — al ribasso. Ieri doppio incontro: prima al commissariato del governo per tutelare il diritto allo sciopero, minato dalla volontà dell’ateneo di sostituire i lavoratori; poi un vertice con l’assessore Mirko Bisesti. Obiettivo: trovare un accordo nel cambio appalto, da Mimosa a Rear Miorelli.
A peggiorare la situazione è il mancato accordo nel primo tavolo convocato all’Apac e la preoccupazione che lo sciopero di lunedì sia inficiato dalla sostituzione del personale addetto alle portinerie. L’ateneo intende infatti non cancellare alcuni appuntamenti in agenda — convegni e concorsi, in primis — che per i sindacati non rappresentano servizi essenziali, tali per cui si debba garantire in altro modo la presenza nelle portinerie (con personale reperibile dell’università).
Per questo, ieri, Filcams ha incontrato il commissario del governo, esponendo i nodi critici della vertenza. «Ho sentito persone alle quali hanno prospettato uno stipendio che a mala pena pagherebbe le rate del mutuo e che si chiedo come faranno a vivere e soprattutto dove andranno a vivere», riflette Andrea Bommassar (Flc Cgil) che aggiunge: «L’ateneo ha perso l’occasione di dimostrarsi più solidale -o perlomeno meno insensibilenei confronti degli addetti alla portineria e del loro diritto allo sciopero».
Sollecitato dai sindacati, l’assessore all’università Mirko Bisesti ha incontrato Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti per verificare i margini di risoluzione.
Dopo otto ore di confronto, martedì, le posizioni tra le parti sembrano ancora distanti. Ma a fronte di un cambio contratto — dal commercio al multiservizio — i sindacati insistono nell’evidenziare che il personale continuerà a svolgere le identiche mansioni di prima, nessun cambiamento di compiti. Lo sciopero di lunedì resta confermato.
Scarica il pdf: portinerie ART 120719
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