Povertà. Più sostegni alle famiglie e agli anziani per evitare tsunami sociale. Sindacati: dall’osservatorio Caritas dati preoccupanti. Servono subito interventi più forti per aiutare chi è scivolato nella marginalità e per chi è a rischio
I dati della Caritas diocesana sui poveri in Trentino sono un’amara conferma della crescente situazione di bisogno in cui si trovano molte famiglie di lavoratori e pensionati anche nella nostra provincia. “Purtroppo la pandemia ha messo in ginocchio molti settori centrali per la nostra economia come il turismo e la ripresa che è seguita in molti casi non ha tenuto il passo con l’impennata dei prezzi – fanno notare i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Così ci sono persone in situazione di grave marginalità sociale, senza un’occupazione, ma ci sono anche tante famiglie dove gli adulti hanno un’occupazione, ma i salari non sono sufficienti per pagare gli affitti o le spese del mutuo, per fare fronte alla spesa alimentare. Insomma sempre più di frequente anche in Trentino si è poveri lavorando. E’ una zona grigia di persone che rischiano di scivolare in situazione di marginalità, che sono già in difficoltà e che non sempre sono intercettate dalle misure di sostegno”.
Per i sindacati uno dei principali problemi è proprio legato alla precarietà lavorativa, alle basse retribuzioni e ad un’ampia diffusione di occupazione stagionale e part time. “Tutti fattori che incidono in negativo sul reddito delle famiglie”. A questo si aggiunge l’enorme problema della casa. “Le difficoltà di accedere ad un alloggio pubblico e i costi elevati degli affitti mettono molti nuclei nelle condizioni di non farcela”.
Il quadro rischia di aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi quando i costi delle bollette di luce e gas saranno ancora più pesanti e c’è il timore che le aziende, a causa dell’aumento dei costi, riducano o fermino le produzioni ricorrendo alla cassa integrazione. “Per questo è urgente fin da subito rifinanziare ed adeguare il contributo integrativo provinciale alla cassa integrazione, che come sappiamo taglia di almeno il 30% le retribuzioni ordinarie”, dicono i tre segretari.
Allo stesso tempo la prossima finanziaria dovrà contenere stanziamenti adeguati per aiutare le famiglie. “Quanto previsto ad oggi è insufficiente rispetto all’onda che si dovrà gestire – insistono -. Serve adeguare l’indicatore Icef all’inflazione per rivalutare le misure di sostegno come l’assegno unico quota A e quota B ed è ora che si superino ingiuste discriminazioni, togliendo il vincolo dei dieci anni per l’accesso a questa misura”.
Sul capitolo casa Cgil Cisl Uil incalzano la Giunta e Itea. “I tempi lunghissimi per ristrutturare un alloggio pubblico sono inaccettabili e offendono le tante famiglie in attesa di una casa o con uno sfratto pendente”. Dai sindacati arriva anche la richiesta di un contributo straordinario per l’affitto sul libero mercato, proprio per sostenere le famiglie in difficoltà.
Infine la questione occupazione. “C’è un problema di qualità del lavoro, soprattutto per i giovani e le donne. Precarietà e bassi salari si contrastano anche con politiche industriali che sostengono le imprese che investono nella stabilizzazione, che redistribuiscono i profitti anche attraverso la contrattazione di secondo livello. Ma anche sostenendo le realtà che investono in innovazione e dunque diventano più competitive e produttive. Ad oggi però sembra che l’intenzione sia quella di confermare sgravi fiscali a pioggia per tutti, senza nessuna selettività”.
Trento, 9 novembre 2022
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