Povertà. Trentini in difficoltà. Basta parole al vento sui salari e maggiori sostegni alle famiglie

Cgil Cisl Uil preoccupati per la crescita delle situazioni di marginalità. “E’ un problema che tocca tutti e che impone soluzioni non ideologiche”

Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti

 

“I dati sulla povertà in Trentino sono l’amara conferma della situazione di grave difficoltà che affrontano quotidianamente molte persone che vivono sul nostro territorio. Anziani, giovani e famiglie i cui redditi da lavoro o pensione non sono sufficienti per assicurare una vita dignitosa. Del resto il nostro tessuto sociale si è impoverito dopo tre anni di crescita sostenuta dei prezzi e stipendi troppo bassi. Condividiamo l’amarezza e la preoccupazione della Caritas e auspichiamo che il grido d’allarme del vescovo Tisi susciti l’attenzione che merita anche da parte della Giunta provinciale. Non possiamo non constatare, infatti, che i nostri appelli sono stati in gran parte non presi in considerazione.

L’esecutivo Fugatti fino a questo momento ha fatto molto poco per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. Le nostre richieste di adeguare all’inflazione le misure di sostegno provinciale sono cadute nel vuoto e pure sull’esenzione dell’addizionale Irpef si agisce a favore delle famiglie con figli ma riducendo i benefici ai redditi medi. Così la manovra finanziaria provinciale non riesce a incidere davvero e non riesce a ridurre il rischio povertà di migliaia di famiglie. Non ci sono provvedimenti urgenti ed efficaci sulla casa, ed in particolare per incentivare la disponibilità di alloggi anche privati in affitto, mentre l’abitazione resta una delle questioni che mette in crisi molte famiglie. Mancano anche misure per favorire la riduzione della precarietà lavorativa dei giovani. Al contrario si continua ad investire, in modo non selettivo, su settori economici a bassa produttività che offrono occupazioni a tempo determinato e spesso contratti poveri.

E’ rimasto bloccato anche il tavolo sulle retribuzioni: di fatto dopo aver preso atto dell’emergenza salariale il confronto non ha prodotto nessuna proposta, anzi il tavolo è stato messo in freezer dalla Giunta provinciale con il beneplacito delle associazioni datoriali. Invece è urgente la ripresa del confronto per affrontare il problema.

Dai dati Caritas emerge con forza anche il tema dei migranti: il taglio delle politiche di accoglienza e la scelta di concentrare su Trento i richiedenti asilo, senza peraltro costruire adeguate risposte, non fa altro che aumentare marginalità sociale, insicurezza e bisogno.

E’ ora che si prenda atto che anche nella nostra provincia c’è un impoverimento progressivo dei cittadini e che si affronti il problema senza soluzioni ideologiche. Altrimenti si mette a rischio la tenuta sociale”.