28 febbraio 2021 – Corriere del Trentino
Presidi e sindacati compatti«Le scuole restino aperte ma servono Ffp2 e vaccini»
Trento. Nessuno contesta la linea dell’assessorato all’istruzione. Dirigenti scolastici, professori e sindacati della scuola concordano sulla necessità di mantenere le lezioni in presenza (al 50% per le superiori). «Tuttavia si devono creare le condizioni per lavorare in sicurezza», rimarcano all’unisono Cinzia Mazzacca, segretaria della Flc Cgil, e Pietro Di Fiore, segretario della Uil scuola. Due le richieste fatte alla Provincia a fronte della curva in salita dei contagi in età scolare: rivedere i protocolli, distribuendo ai professori mascherine Ffp2 anziché chirurgiche, e dare informazioni chiare sulla campagna vaccinale considerata l’età media avanzata del corpo insegnante. Intanto anche il Comitato tecnico scientifico nazionale ha chiesto dati puntuali dall’Istituto superiore di sanità per decidere come agire. «Quello che vogliamo capire — spiega il segretario del Cts, Fabio Ciciliano — è se nelle scuole si diffonde il contagio o si trasferiscono infezioni contratte in ambito familiare». Una differenza non da poco per codificare, nelle zone rosse e arancioni in primis, delle linee guida.
La Campania, non nuova a una decisione simile in tema di scuola, attraverso le parole del suo governatore Vincenzo De Luca ha annunciato di procedere alla serrata. Domani le scuole chiuderanno. Qui, nel Trentino rimasto in fascia arancione e con Rt in calo seppur alto, l’assessore Mirko Bisesti ha tracciato una traiettoria opposta: la didattica a distanza (Dad, in acronimo) non è manco presa in considerazione. Si continua così come si sta facendo: elementari e medie in presenza al 100%, superiori al 50%. Ma spaventa l’aumento verticale di infezioni in età pediatrica? «La soluzione oggi praticata è equilibrata — dice Paolo Pendenza, presidente dell’associazione trentina dei dirigenti scolastici — In questo modo viene infatti tutelato il contatto che resta essenziale». Fino a qui, ribadisce, «questo tipo di organizzazione si è rivelata sostenibile anche se assistiamo all’aumento dei contagi». Malgrado l’innalzamento delle curve da gennaio in poi, presidi e docenti sono «moderatamente tranquilli», dice Pendenza che suggerisce: «Piuttosto si potrebbero monitorare con più attenzione le scuole dove ci sono focolai e risolvere i contagi con chiusure mirate e per tempi ridotti». Quindi interventi settoriali, incisivi. Non solo. Pendenza cita un aspetto che sta a cuore ai professori: le protezioni. «Si valuti la fornitura di Ffp2 e, soprattutto, ci sia maggiore trasparenza nelle informazioni sulla campagna vaccinale perché, ad oggi, non sappiamo nulla». Pendenza chiede infatti che ci siano comunicazioni «ufficiali, tempestive, dettagliate» per poter rassicurare il personale.
Una linea, quella dei dirigenti, condivisa in toto dai sindacati. «La scuola è bene stia a perta — premette Pietro Di Fiore, segretario della Uil Scuola — ma serve uno sforzo su Ffp2 che debbono essere nella disponibilità di tutti; l’assessore Bisesti ci aveva promesso di farlo già da ottobre, ma ancora sono distribuite con il contagocce». Al tempo stesso Di Fiore chiede chiarezza sulle vaccinazioni. «Siamo travolti dalle richieste e dalle domande, ma non abbiamo risposte», spiega.
Di fronte a un quadro epidemiologico in peggioramento nella scuola anche la Flc Cgil chiede un rafforzamento delle misure di protezione personale, un potenziamento del tracciamento per studenti e personale scolastico e soprattutto un’organizzazione efficace della campagna vaccinale che nei prossimi giorni coinvolgerà gli insegnanti, a partire dalle scuole dell’infanzia. «Mascherine Ffp2 e protocolli di sicurezza da rivedere sono le richieste formulate al dipartimento — spiega la segretaria Cinzia Mazzacca — Siamo convinti che si debba continuare in presenza ma a determinate condizioni: in questa situazione per noi è prioritario rafforzare le misure di sicurezza sanitaria potenziando il tracciamento dei contagi, ma anche rivedendo i protocolli sanitari definiti a settembre e rendendo obbligatori dispositivi di sicurezza individuali più adatti alla nuova situazione, come le mascherine Fpp2».
Seguendo il ragionamento del collega Di Fiore, Mazzacca sottolinea poi la carenza di informazioni in tema vaccini. «E per questo abbiamo scritto una lettera unitaria all’assessore Bisesti e al governatore Fugatti». Obiettivo: avere certezza sui tempi di attivazione della campagna per il personale scolastico perché, allo stato attuale, si parla di nidi e scuole materne.
Ma il tema della scuola e dell’incidenza in exploit di infezioni in età pediatrica non segna solo l’agenda del Trentino. Ieri il Comitato tecnico e scientifico (Cts) del governo si è riunito e, su indicazione del premier Mario Draghi, ha affrontato la questione. «Posto che nelle zone bianche e gialle la frequenza a scuola resta confermata — spiega il segretario del Cts, Fabio Ciciliano — abbiamo chiesto all’Iss dei dati sulle fasce d’età più colpite per capire l’origine di questo aumento dell’incidenza». L’obiettivo è trovare una risposta alla domanda che arrovella i tecnici: la scuola propaga il contagio o amplifica il contagio contratto in altro ambito? Solo allora si definiranno delle soluzioni che, spiega Ciciliano, «varieranno chiaramente in base ai dati settimanali». Sui Dpi, ovvero sulla possibilità di potenziare i protocolli di sicurezza, il Cts per ora non si espone: «Prima — conclude il segretario — vediamo i dati dell’Iss».
Scarica il pdf: Il Corriere del Trentino presidi e sindacati su apertura scuole 28-2-2021
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