25 gennaio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
«Progettone, prima i trentini in difficoltà». I sindacati: «Demagogia che non aiuta gli over 50»
TRENTO. «Non è a colpi di demogogia che si può riformare una misura come il Progettone, lasciando del tutto irrisolti i nodi critici». Per Cgil Cisl e Uil pensare di irrigidire i criteri di residenza (oggi fissati a 5 anni in Trentino) per accedere alla misura è una scelta che non affronta i problemi dei lavoratori “anziani” che perdono l’occupazione, in quanto l’accesso al Progettone ordinario avviene già sulla base dei requisiti pensionistici stringenti che sono stati rivisti e limitati nel corso degli anni. La questione della residenza, dunque, non risolve in alcun modo le questioni aperte. Per questa ragione i sindacati bocciano l’ipotesi annunciata oggi dall’assessore Spinelli. “Abbiamo sempre manifestato la nostra disponibilità a rivedere i criteri del Progettone – dicono Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti – anche nella logica di assicurarne la sostenibilità negli anni futuri, ma per farlo non si possono adottare soluzioni semplicistiche”.
Più in generale, i sindacati ieri hanno anche commentato la presentazione del Piano di politiche del lavoro: “Il nuovo documento non è carente tanto nei contenuti quanto nelle risorse che devono rendere concrete le misure. Se non ci sono soldi che finanziano gli interventi siamo di fronte ad una serie di buoni propositi”. Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi ribadiscono che “quella di assumere impegni senza stanziare da subito i fondi necessari ad attuarli è nella filosofia di questa giunta provinciale. Ai lavoratori e ai cittadini, però, servono certezze non promesse”.
Scarica il pdf: Progettone ART 250120 3
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