Progettone. Sindacati: la nostra riforma va migliorata profondamente Cgil Cisl Uil non votano la proposta della Giunta in commissione per l’impiego. “E’ mancata una piena concertazione. Va bene spostare l’asse verso le politiche attive del lavoro, ma il sostegno ai soggetti deboli non si tocca”
“Il Progettone va cambiato e adattato ai tempi. Quella proposta dalla Giunta però non è la nostra riforma, ma una proposta su cui non è stato possibile costruire un reale percorso di concertazione. Ora il testo va migliorato in aula anche col supporto delle lavoratrici e dei lavoratori”. Lo affermano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, che per Cgil Cisl Uil del Trentino hanno seguito l’iter del ddl prima dell’approdo in Commissione provinciale per l’impiego dove le organizzazioni sindacali, questo pomeriggio non hanno dato parere favorevole all’ultima versione della riforma, non partecipando al voto. Il Progettone oggi occupa in provincia 1.900 persone.
“Abbiamo apprezzato lo sforzo dei tecnici della Provincia e della Federazione della cooperazione di venire incontro alle nostre richieste – dichiarano Zabbeni, Pomini e Tomasi – ma l’accoglimento delle nostre proposte è stato parziale e i tempi troppo stretti per dare un parere favorevole”.
Le tre sigle condividono alcune delle finalità che hanno ispirato il testo ed in particolare la scelta di rivedere l’impianto generale del Progettone introducendo più forti politiche attive del lavoro. Su una questione però sono netti: la finalità sociale e il sostegno ai soggetti deboli, che non potranno reinserirsi sul mercato del lavoro, deve restare un punto fermo e va scritto in modo chiaro e trasparente in legge, senza sfumature o ambiguità. “Non ci convincono le giustificazioni tecniche date dagli uffici. E’ una scelta politica di cui la Giunta deve assumersi la responsabilità. Crediamo che i trent’anni di storia del Progettone vadano salvaguardati e che si possa lavorare insieme per innovare”. In tal senso quella di Cgil Cisl Uil non è una chiusura definitiva: nonostante l’accelerazione imposta dall’Esecutivo, l’iter per arrivare in Consiglio provinciale dovrà permettere un ulteriore miglioramento del disegno di legge. “Purtroppo la concertazione tanto invocata durante gli Stati generali del lavoro non è stata attuata fino in fondo – incalzano Zabbeni, Pomini e Tomasi -. I tempi strettissimi di discussione con le parti sociali, dopo che il testo è stato inviato nei mesi scorsi a diverse amministrazioni centrali dello Stato per un parere tecnico preventivo, ci avrebbero costretto a ratificare scelte che non ci hanno visto partecipi. La giunta sceglie una strada diversa e opposta a quella imboccata dai Paesi europei più avanzati sulla definizione delle politiche del lavoro che è lasciata alla negoziazione delle parti sociali”.
Tra i punti di maggiore distanza il tema dell’individuazione dei profili che potranno accedere al Progettone. Cgil Cisl Uil hanno chiesto che venisse introdotto in legge il meccanismo dell’intesa con le parti sociali. La Giunta ha preferito la formula, più blanda e non vincolante, della “proposta”.
I sindacati hanno chiesto poi che la legge preveda una clausola sociale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. “In questo caso le modifiche accolte dalla Giunta vanno nella giusta direzione, ma mancano in legge aspetti realmente vincolanti, quindi rischia di trasformarsi in un nulla di fatto”.
<span;>Infine la questione delle risorse. Cgil Cisl Uil pretendono uno stanziamento certo in legge sul Progettone e le politiche di age management. “Non basta l’impegno a mettere in atto queste misure se non c’è la copertura finanziaria”.
Adesso la palla passa alle commissioni consiliari e al consiglio provinciale. I sindacati non intendono comunque rinunciare a migliorare il testo e nelle prossime settimane decideranno insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le strade da intraprendere per fare un pressing costruttivo che porti ad una “buona riforma” e non ad un cambiamento di facciata”.
Trento, 13 aprile 2022
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