7 agosto 2020 – Corriere del Trentino

Provincia, è scontro sugli orari

TRENTO La riorganizzazione dell’orario dei dipendenti della Provincia era arrivata fino sul tavolo del giudice del lavoro, che aveva bocciato la delibera di Piazza Dante per non aver concertato le decisioni con i sindacati. Ma la giunta provinciale tira dritto: la bozza della circolare inviata ai sindacati «si scosta di poco — lamentano Marcella Tomasi (Uil) e Giuseppe Pallanch (Cisl) — da quella precedente. Valuteremo il da farsi».
Il nodo è stato sollevato ieri nell’aula del consiglio provinciale dal capogruppo del Patt Ugo Rossi. Che in apertura di seduta ha puntato l’attenzione proprio sulla bozza di circolare inviata dalla Provincia ai sindacati. Rimarcando però «l’assenza nel testo delle indicazioni contenute nella risoluzione votata martedì dal consiglio» proprio in materia di orari del personale provinciale (risoluzione presentata dalle minoranze a seguito degli aggiornamenti forniti dall’assessore Achille Spinelli). Nel dettaglio, la risoluzione prevedeva la modulazione della nuova proposta di orario sulla base di misure di conciliazione lavoro-famiglia, tenendo conto anche delle esigenze del personale proveniente dalle valli.
Il testo conferma l’intenzione di spalmare l’orario dei dipendenti su cinque giorni compreso il venerdì pomeriggio (7 ore e 12 minuti al giorno contro le attuali 7 e 45 e 5 il venerdì), su un arco temporale che va dalle 8 alle 18. Orario in cui gli uffici pubblici dovranno essere aperti ai cittadini. Con modalità a distanza o in presenza è prevista anche l’apertura al pubblico di alcune strutture anche al sabato dalle 8 alle 12. A stabilire quali uffici avranno anche questa fascia sarà il direttore generale dopo aver sentito i dirigenti di dipartimento. Il nuovo orario, stando alla circolare, dovrebbe entrare in vigore dal 14 settembre. Data per la quale il provvedimento prevede anche il rientro alla normalità dei dipendenti, ossia l’addio dell’attuale turnazione tra casa e sede legata all’emergenza Covid-19. Si dovranno ovviamente rispettare, recita la circolare, tutte «le misure di sicurezza e le norme sanitarie». Sono ammesse alcune eccezioni, la cui traduzione concreta è demandata ai dirigenti: «Nella modulazione dell’alternanza tra il lavoro in presenza e il lavoro a distanza, secondo le direttive impartite dal dirigente della struttura di appartenenza, occorrerà avere attenzione alle situazioni di svantaggio personale, sociale e famigliare».
«La bozza che ci è stata inviata con una mail informativa – conferma Tomasi (Uil) – non si discosta molto dalla circolare precedente. E non contiene alcun riferimento alla conciliazione lavoro-famiglia». L’intenzione della Provincia è di arrivare a un via libera a settembre. I sindacati però vogliono andare avanti compatti, compresi Cgil e Fenalt. «La risoluzione del consiglio non è stata considerata. Non si parla di giovani, di assunzioni, di valorizzazione del capitale umano. Stiamo attendendo — conclude Pallanch — anche i nostri pareri legali, valuteremo tutti insieme le azioni da mettere in campo».

 

Scarica il pdf: Provincia ART 070820 2