01 ottobre 2020 – Trentino

Provincia ko 6 volte: dal no sugli orsi alla bocciatura dei 10 anni per la casa Itea

Le sconfitte. Dal 10 luglio i giudici, sia del Tar che del Tribunale ordinario, hanno dato torto all’esecutivo provinciale su alcuni provvedimenti simbolo voluti dalla giunta. Respinti anche l’orario spezzatino dei dipendenti e l’obbligo di chiusura domenicale nei comuni non turistici

TRENTO. E sono sei. Per sei volte la giunta provinciale ha visto bocciare i propri provvedimenti dall’autorità giudiziaria. Ormai l’esecutivo provinciale è andato a sbattere parecchie volte contro i no dei giudici amministrativi, che hanno stoppato la legge Failoni sulle aperture domenicali dei negozi riservate ai comuni considerati turistici e bloccato per due volte l’ordinanza di cattura dell’orsa Jj4 che ha aggredito papà e figlio sul Peller. Ma c’è stato anche lo stop da parte dei magistrati ordinari che prima hanno accolto il ricorso dei sindacati contro il nuovo orario «spezzatino» dei dipendenti provinciali e poi quello di un cittadino etiope contro la norma che prevedeva i 10 anni di residenza in Trentino per avere diritto agli alloggi Itea o per accedere ai contributi per l’integrazione al canone d’affitto. Sconfitte che bruciano soprattutto perché riguardano molti provvedimenti simbolo della giunta provinciale a trazione leghista.
Triplo ko sull’orsa Jj4
La prima sconfitta per la giunta arriva il 10 luglio scorso al Tar, che ha prima concesso e poi confermato la sospensiva dell’ordinanza del presidente Fugatti che prevedeva l’abbattimento dell’orsa Jj4. Bocciatura che brucia perché tripla, visto che è stata confermata il 30 luglio e poi il 17 settembre, quando il Tar ha accolto la sospensiva della nuova ordinanza di cattura di Jj4 firmata dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’11 agosto. Secondo i giudici amministrativi, l’incidente dello scorso 22 giugno con l’orsa JJ4 sul monte Peller in cui rimasero feriti papà e figlio, Fabio e Christian Misseroni, «non è imputabile al comportamento problematico di un singolo orso, bensì ad un più ampio problema di gestione della convivenza con gli esseri umani». Con l’ordinanza del 17 settembre, il Tar accoglie un ricorso di Oipa ed Enpa contro la nuova ordinanza di sola cattura firmata da Fugatti perché i cuccioli dell’orsa sarebbero in pericolo senza la madre.
Bocciato l’orario dei provinciali
Tra una pronuncia e l’altra del Tar un’altra sconfitta è arrivata il 23 luglio scorso, sul cosiddetto orario spezzatino previsto per il rientro al lavoro dopo il lockdown dei 4300 dipendenti provinciali. Su ricorso delle maggiori organizzazioni sindacali di categoria Cgil, Cisl, Uil e Fenalt, il giudice del lavoro di Trento Giorgio Flaim ha condannato piazza Dante per condotta antisindacale ordinando di revocare la delibera del 19 giugno e la successiva circolare 6 del dirigente del personale in cui veniva previsto l’orario spezzatino con l’obbligo per i dipendenti di tornare in sede per una parte dell’orario di lavoro, fino a 5 ore, per poi finire il turno a casa con il lavoro agile. Il giudice ha riconosciuto con un’ordinanza che non erano state rispettate le procedure di informazione e concertazione previste dal contratto collettivo di lavoro. Con l’annullamento della delibera e della circolare si è tornati all’organizzazione precedente che prevedeva lo smart working fino al 50% dei dipendenti, ma senza spezzatino. Il presidente Fugatti aveva spiegato che si trattava solo di una questione formale e che la giunta avrebbe riproposto il nuovo orario rispettando tutte le procedure di concertazione e informazione dei sindacati, ma poi la Provincia ha trovato con loro un accordo per andare avanti con lo smart working.
Chiusure domenicali
La legge Failoni che prevede la chiusura degli esercizi commerciali che non si trovano nei comuni considerati turistici ha dato parecchi dispiaceri alla giunta. Prima, ad inizio agosto, il governo ha deciso di impugnarla davanti alla Corte Costituzionale perché la norma riguarda una materia, la concorrenza, che l’articolo 117 della Costituzione non prevede sia di competenza della Provincia. Poi, l’11 settembre scorso, il Tar ha accolto i ricorsi dei centri commerciali Centro Europa di Civezzano e Shop Center di Pergine che chiedevano la sospensiva del provvedimento che dispone la chiusura domenicale. La decisione dei giudici amministrativi era stata presa per non danneggiare i due consorzi e il Tar rimandava la decisione nel merito a dopo la pronuncia della Consulta sulla costituzionalità della legge. Ne è nato un mezzo pasticcio perché il provvedimento del Tar vale solo per i ricorrenti. Così molti altri
esercenti hanno annunciato una pioggia di ricorsi con conseguenti cause per danni per i mancati introiti a partire dal 2 luglio, data di entrata in vigore della legge. L’altro ieri, per limitare i danni ed evitare disparità, la giunta provinciale ha innestato la marcia indietro e ha approvato una delibera che ritorna al passato prevedendo l’apertura di domenica in tutto il Trentino.
No ai 10 anni di residenza
Ultima in ordine di tempo la bocciatura, sempre con ordinanza del giudice Giorgio Flaim, del requisito dei 10 anni di residenza in Italia per poter accedere alla casa Itea o al contributo provinciale per pagare il canone d’affitto sul libero mercato prevista dalla legge 5 del 2019. Uno dei provvedimenti bandiera della giunta provinciale. L’ordinanza di Flaim ha accolto il ricorso presentato da un cittadino etiope e dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ritenendo che la norma fosse in contrasto con la direttiva europea 109 del 2003 in materia di parità di trattamento. IL giudice così ha ordinato alla Provincia di riaprire le graduatorie Itea relative al 2019 e di cambiare il regolamento di assegnazione. Piazza Dante ha già annunciato appello e Fugatti ha bollato l’ordinanza come una sentenza politica.

Scarica il pdf: Provincia ART 011020