24 luglio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Provinciali, il giudice boccia il nuovo orario. Niente sabato e si torna allo smart working. I sindacati: «La corda si è spezzata, la giunta convochi subito un tavolo di confronto»

 

TRENTO «Questa sentenza riafferma il principio del rispetto delle regole, delle prerogative delle parti sociali, in un momento in cui si pretende di fare a meno dell’intermediazione sociale, di relegare ai margini le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, addirittura irridendole con slogan da bar (parassiti)».
Sono soddisfatti i sindacati, il decreto del giudice Flaim è una vittoria importante e pone dei paletti fermi in tema di riorganizzazione degli orari lavorativi. Le organizzazioni sindacali accusano la Provincia di utilizzare l’emergenza sanitaria del Covid come «alibi» e chiedono di aprire subito un tavolo di confronto. «Con la revoca dei due provvedimenti — affermano — la palla torna dunque al centro: confidiamo che si comprenda la portata di quanto è accaduto e non si proceda ripristinando esclusivamente le regole come imposto dal giudice, ma che si affrontino nel merito, senza pregiudizio, le questioni che finora sono state declinate in modo unilaterale producendo solo disagi e nessun vantaggio ai servizi, ai cittadini e alle imprese». Il focus — rimarcano i sindacati — deve essere l’operatività dei servizi ai cittadini dando un «servizio sempre migliore». «Chiediamo dunque alla giunta di fare un bagno di umiltà — continuano — convocare il sindacato, discutere della riorganizzazione della in modo serio, per valorizzare le competenze e le professionalità necessarie a supportare la ripartenza dei settori economici del territorio, salvaguardando quanto di buono è stato fatto con il lavoro agile e con le tecnologie nel periodo emergenziale, individuando in concreto i settori in cui è indifferibile il lavoro in presenza. I lavoratori sono pronti». Poi tornano alla sentenza e puntano il dito contro le parole dell’assessore Achille Spinelli. «Aveva detto: tiriamo la corda ancora un po’! Bene — anzi male — la corda si è spezzata, ma quello che resta da considerare è la disinvoltura con cui questa giunta pretende di affrontare i problemi, infischiandosene platealmente delle regole, delle norme, dei contratti collettivi».
«La riorganizzazione post Covid-19 andava affrontata con il metodo dell’ascolto e del confronto, non con il solito blitz decisionista, che ha imposto a tutte e tutti i dipendenti della Provincia un orario rigido che fa a pugni con ogni idea di lavoro intelligente e di smart working», attaccano i consiglieri provinciali di Futura, Paolo Ghezzi e Lucia Coppola, che ricordano anche il caso del licenziamento, dichiarato illegittimo, di Walter Pruner.

 

Scarica il pdf: Provincia ART 240720 3