24 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
Provinciali, stato di agitazione contro i nuovi orari extra large
La protesta. I sindacati uniti nella protesta contro l’«atto di forza» della giunta Fugatti: «Provvedimenti immotivati, superficiali e senza confronto. Impugneremo la circolare»
TRENTO. I sindacati del pubblico impiego dopo tanto tempo si ritrovano tutti uniti contro la riorganizzazione degli orari degli uffici provinciali decisa dalla giunta Fugatti. La nuova organizzazione con orari spalmati su 12 ore (dalle 7.30 di mattina alle 19.30) e in qualche caso con previsione di rientro anche il sabato mattina entrerà in vigore da lunedì prossimo, ma i rappresentanti dei lavoratori promettono battaglia.
I motivi sono tanti e vanno ben oltre lo stereotipo del provinciale fannullone. «I provvedimenti adottati -spiegano Cgil, Cisl, Uil e Fenalt in una nota congiunta -sono gravi perché escludono le rappresentanze dei lavoratori dal confronto e intervengono in modo unilaterale sul rapporto di lavoro e sulla riorganizzazione dei servizi; perché sono immotivati, fondati su presupposti assolutamente generici, privi di approfondimenti e dati su necessità effettive relative a servizi indifferibili da rendere in presenza per le attività di supporto alle imprese e ai cittadini nella fase di ripresa, con l’attivazione di orari straordinari serali e di sabato; perché non servono né ai cittadini né alle imprese, che non hanno affatto bisogno di presenziare fisicamente gli uffici provinciali la sera e il sabato, ma hanno invece bisogno di una amministrazione tecnologicamente avanzata; perché sono contraddittori, in quanto richiamano il carattere di urgenza legata all’emergenza sanitaria che richiederebbe, al contrario e come previsto da norme e protocolli nazionali e locali, l’adozione del lavoro agile; perché non tengono in alcuna considerazione le ricadute sui tempi di conciliazione dei dipendenti, le cui difficoltà nella gestione e nell’accudimento di figli e/o anziani dovrebbero essere ben presenti a una giunta tuttora alle prese con la questione della riapertura di nidi e materne». Per queste ragioni Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fenalt chiedono di «bloccare questa follia e contestano la definizione di “privilegiati e fannulloni” fatta nei confronti dei dipendenti pubblici anche da questa Giunta provinciale: i dipendenti in smart working hanno garantito tutti i servizi pubblici nel periodo di lockdown ai cittadini trentini, riorganizzandosi nel giro di 1 settimana autonomamente e con mezzi propri».
La protesta decisa dai sindacati si manifesterà in diverse forme: dichiarazione dello stato di mobilitazione del personale; impugnazione dei provvedimenti per carenza e contraddittorietà delle motivazioni, contrasto con le norme per la sicurezza Covid-19, condotta antisindacale; verifica delle condizioni del mantenimento del marchio “Family Audit” a causa dell’introduzione – da parte del datore di lavoro di misure che contrastano coi fini e gli obiettivi di conciliazione famiglia-lavoro, presupposti fondamentali per il riconoscimento del marchio.
I sindacati, infine, avanzano anche delle proposte, tra cui: attivazione di un tavolo di confronto sindacale sul tema della riorganizzazione; individuazione delle attività indifferibili da rendere in presenza e valorizzazione del lavoro agile.
Scarica il pdf: Provincia ART 240620 3
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