17 novembre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino
Pubblici, sì al contratto aumenti di 140 euro
Da gennaio arretrati per 30 mila. Partecipate, riparte la trattativa sul contratto unico
Il governatore Ugo Rossi mette sul tavolo altri 12 milioni di euro e incassa il via libera dei sindacati al rinnovo per tre anni del contratto del pubblico impiego che era fermo dal 2009.
Sotto l’albero di Natale i circa 30 mila lavoratori del comparto pubblico trentino (Provincia, Comuni, Azienda sanitaria, scuola, Apsp) troveranno i primi soldi in busta paga: a inizio 2017 incasseranno tra i 60 e gli 80 euro di una tantum per il 2015, gli arretrati 2016 (una media di 60 euro al mese) e inizieranno ad incassare l’aumento tabellare, per arrivare con le progressioni orizzontali ad aumenti medi nell’ordine dei 130-140 euro, stima la Fp Cgil.
L’intesa raggiunta ieri tra la Provincia e i sindacati (Cgil, Uil e UsaeFenalt, non ha invece firmato la Cisl contraria al passaggio del personale amministrativo della sanità al comparto autonomie locali) prevede l’aggiunta dei 12 milioni per il 2018 ai 53 milioni già stanziati dalla Finanziaria a regime nel 2017.
«Siamo molto soddisfatti – commentano i tre segretari Franco Ianeselli (Cgil), Walter Alotti (Uil) e Bruno Boschetti (Fenalt)- il protocollo dà atto dell’impegno speso in tutti questi mesi dalle nostre categorie al tavolo del confronto e porta ad un risultato significativo per un comparto il cui contratto era fermo dal 2009».
La Provincia in una nota sottolinea che «il rinnovo dei contratti rappresenta l’occasione per rafforzare la motivazione dei dipendenti, per i quali il blocco del turn over ha comportato un progressivo aggravio lavorativo a fronte di uscite dal lavoro dilatate nel tempo per la riforma delle pensioni. Nel fornire potere di acquisto ai lavoratori, questo rinnovo può dare impulso alla dinamica dei consumi e, quindi, produrre benefici effetti sul piano economico».
L’accordo riapre anche il tavolo negoziale sul contratto unico per i lavoratori delle società partecipate: le tre confederazioni si impegnano ad attivarsi con le federazioni di categoria per arrivare ad un’ipotesi di accordo entro i prossimi quattro mesi.
L’intesa prevede infine di attivare un tavolo tecnico per esaminare la proposta di revisione dei comparti di contrattazione relativi al personale amministrativo dell’Azienda sanitaria e dei dipendenti delle case di riposo.
Il tavolo all’Apran sui rinnovi contrattuali è già convocato domani per il comparto delle autonomie locali: restano da sciogliere diversi nodi sulla parte normativa, dalla valutazione alle norme contro i furbetti del cartellino».
«I 12 milioni in più significano l’aumento sul tabellare di circa il 4% e le progressioni economiche per tutti coloro che ne hanno già maturato il diritto», spiega Giampaolo Mastrogiuseppe (Fp Cgil), «qualche risorsa ulteriore andrà sulla produttività, in base alle scelte che verranno adottate nei singoli tavoli di contrattazione.
Per il comparto delle autonomie locali e sanità, tra aumenti tabellari e fasce si avranno aumenti medi attorno ai 130- 40 euro».
Anche Silvia Bertola (Uil) sottolinea l’importanza di un rinnovo triennale del contratto: «Le nuove risorse stanziate consentono di rispondere a problemi aperti e garantire, oltre ad aumenti dignitosi, le progressioni orizzontali».
Per Maurizio Valentinotti (Fenalt) «si è fatto il massimo del possibile nella dinamica contrattuale più difficile che abbiamo mai incontrato». E alla Cisl: «Solo che poche settimane fa faceva forti pressioni per non superare il 3% di aumento sul tabellare, convinta che solo così si potevano risolvere gli altri nodi, abbiamo dimostrato che avevamo ragione noi ad insistere per il 4%». L’approvazione finale del contratto spetterà ai lavoratori nelle assemblee.
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