Punto d’incontro. Patrimonio importante di tutta la nostra comunità. Sindacati: “Aiutare chi è più fragile e vive ai margini è un nostro dovere sociale. Anche se non è esente da fatica”
Dichiarazioni segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti
Il Punto d’incontro è una ricchezza per la città di Trento e per tutto il Trentino. Il lavoro di accoglienza, ascolto e sostegno portato avanti in tutti questi anni, prima da don Dante Clauser e poi dalle tante donne e dagli uomini che hanno fatto proprio quell’impegno, è uno degli esempi più concreti della capacità di affiancare chi sta peggio che ha la nostra comunità e di cui dobbiamo andare orgogliosi. Aiutare chi vive ai margini, chi è più fragile non è certamente mai un azione priva di fatica e difficoltà. Sarebbe ipocrita nasconderlo. Rappresenta però un dovere sociale imprescindibile per una comunità che vuole essere coesa e inclusiva.
Quindi pur comprendendo le perplessità di una parte dei cittadini, crediamo che le paure non vadano alimentate, ma rassicurate. Anche attraverso un’azione attenta, presente e continua da parte dell’amministrazione pubblica che deve sostenere e affiancare senza pregiudizi chi si spende in prima persona per i più umili. E che per prima deve fare da esempio ai cittadini e alle cittadine strutturando responsabilmente politiche e servizi finalizzati ad aiutare le persone meno fortunate della nostra comunità.
Il Trentino non è esente dalla piaga della povertà e dell’esclusione sociale, problemi che le difficoltà economiche hanno purtroppo acuito. In questo senso ci preoccupa non poco anche l’annunciata chiusura della mensa dei frati cappuccini, importante punto di riferimento per i più poveri.
Voltarsi dall’altra parte non solo non consente di costruire soluzioni, ma ci rende tutti più vulnerabili. Come cittadini e come comunità.
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